mercoledì 5 luglio 2017

2 utili consigli per investire in diamanti

Non solo azioni o bond: i trader devono essere sempre aggiornati su tutti i prodotti finanziari. Anche i diamanti. Se non altro perché alcune caratteristiche, come rendimento e fiscalità, li rendono un investimento molto interessante. I best friend delle donne, come diceva Marilyn Monroe, sono infatti soggetti al duopolio di De Beers e Alrosa, i maggiori estrattori al mondo, che, attraverso la vendita contingentata di nuove pietre sul mercato, mantengono un bilanciamento tra domanda e offerta che genera rendimenti, magari non elevatissimi, ma costanti negli anni.

L'altra peculiarità che rende i diamanti appetibili è l'esenzione dalle tasse di successione e l'assenza di capital gain (e ovviamente di Tobin Tax). Il tema è però tornato d'attualità, non per i rendimenti o allocazione del portafoglio, ma perchè la Guardia di Finanza alcuni giorni fa ha perquisito alcune sedi di banche italiane. Lo scopo dei militari era quello di acquisire tutta la documentazione relativa alle compravendite di diamanti via sportello bancario. L'indagine è partita da alcune inchieste giornalistiche che hanno evidenziato come i prezzi dei diamanti fossero gonfiati da alcuni broker che hanno approfittato della scarsa conoscenza del prodotto finanziario da parte delle banche e ovviamente dei clienti. Ma naturalmente non bisogna fare di tutta un'erba un fascio. Il perché lo spiega Maurizio Spoldi, amministratore delegato di Dsc Investment.

Domanda. Come si fa a capire chi opera correttamente?
Risposta. Innanzitutto, la nostra società non ha un listino suo (base su cui poggia l'indagine delle autorità, ndr) ma utilizza il listino internazionale Rapaport su cui applichiamo una commissione. Non c'è dunque margine di interpretazione.

A quanto ammonta la vostra commissione?
R. All'acquisto dei diamanti applichiamo una fee del 10% al prezzo di listino Rapaport, cui bisogna aggiungere l'Iva al 22% applicata dallo Stato italiano. Non ci sono invece commissioni di uscita dall'investimento.

D. Cosa si intende per uscita dall'investimento?
R. Supponiamo che una persona decida di allocare il 5-10% del proprio portafoglio in diamanti, mantenendoli per cinque anni. Al momento del disinvestimento Dsc ne garantisce il ricollocamento. Attenzione però: la nostra società non riacquista i diamanti ma li ricolloca presso un altro investitore, e questo consente di non perdere l”Iva poiché si tratta di una vendita tra privati.

D. Ci sono garanzie sui tempi di ricollocamento dei diamanti?
R. Attraverso clausola contrattuale, Dsc garantisce il ricollocamento entro 90 giorni dall'uscita dall'investimento. Ma anche qui bisogna fare una puntualizzazione: il ricollocamento in quest'arco temporale è garantito solo per il tipo di pietra che ha determinate caratteristiche in termini di carati, colore e purezza, variabili che vengono prestabilite. Supponiamo che Dsc costruisca per un cliente un portafoglio di un certo ammontare con all'interno diamanti tra 0,5 e 1,5 carati. Su questi Dsc garantisce il ricollocamento in 30-90 giorni. Ma se il cliente vuole nel portafoglio diamanti con una caratura più elevata, per esempio 5 carati, quindi pietre più difficili da piazzare, il ricollocamento è ugualmente garantito, ma senza vincoli temporali.

I questo articolo si approfondisce ulteriormente la valutazione dei prezzi e della vendita di diamanti.

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