Non solo azioni o bond: i trader devono essere sempre aggiornati su tutti i prodotti finanziari. Anche i diamanti. Se non altro perché alcune caratteristiche, come rendimento e fiscalità, li rendono un investimento molto interessante. I best friend delle donne, come diceva Marilyn Monroe, sono infatti soggetti al duopolio di De Beers e Alrosa, i maggiori estrattori al mondo, che, attraverso la vendita contingentata di nuove pietre sul mercato, mantengono un bilanciamento tra domanda e offerta che genera rendimenti, magari non elevatissimi, ma costanti negli anni.
L'altra peculiarità che rende i diamanti appetibili è l'esenzione dalle tasse di successione e l'assenza di capital gain (e ovviamente di Tobin Tax). Il tema è però tornato d'attualità, non per i rendimenti o allocazione del portafoglio, ma perchè la Guardia di Finanza alcuni giorni fa ha perquisito alcune sedi di banche italiane. Lo scopo dei militari era quello di acquisire tutta la documentazione relativa alle compravendite di diamanti via sportello bancario. L'indagine è partita da alcune inchieste giornalistiche che hanno evidenziato come i prezzi dei diamanti fossero gonfiati da alcuni broker che hanno approfittato della scarsa conoscenza del prodotto finanziario da parte delle banche e ovviamente dei clienti. Ma naturalmente non bisogna fare di tutta un'erba un fascio. Il perché lo spiega Maurizio Spoldi, amministratore delegato di Dsc Investment.