martedì 21 novembre 2017

Conviene la conversione del bond Mps?

Il decreto del Mef apre l’offerta di scambio del subordinato con titoli senior: ecco come valutare l’offerta.

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’atteso decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), è scattata la conversione in bond senior della famigerata obbligazione subordinata retail 15 maggio 2008 - 15 maggio 2018 upper Tier 2(Isin IT0004352586) di Banca Mps. Un’operazione la cui ratio sta tutta e solo nella volontà della banca, del Governo e delle autorità di vigilanza di ridurre i rischi di un’ondata di cause da parte dei risparmiatori che lo sottoscrissero, a tranche mimine da 1.000 euro, per 2,16 miliardi anche in virtù della sua cedola lorda, pari al tasso Euribor a 6 mesi maggiorato del 2,5 per cento.


Quella che all’epoca sembrò un affare, quando ancora non esistevano né la direttiva Brrd sulla risoluzione delle crisi bancarie né il bail in o il burden sharing (ma la direttiva Mifid sui diritti dei risparmiatori invece sì: era stata recepita e in vigore dal primo novembre 2007), a distanza di poco meno di 10 anni si è rivelata una delle peggiori vicende per i risparmiatori italiani. Ai quali era difficile, se non impossibile, comprendere al momento della sottoscrizione i rischi effettivi di un’obbligazione bancaria subordinata. Tant’è vero che il decreto “salvabanche” del 22 dicembre 2016, proprio per evitare una tsunami legale, in base alle prerogative concesse dalla direttiva Brrd promise una transazione pacificatoria.

Ma i termini di quella pace sono tutti da valutare con attenzione, perché la convenienza varia di caso in caso. Lunedì, 30 ottobre, è stato emanato il decreto del Mef relativo all’acquisto da parte dello stesso ministero delle azioni oggetto dell’Offerta pubblica volontaria parziale di scambio e transazione, rivolta da Banca Mps ai titolari delle azioni ordinarie della Banca (codice Isin IT0005276776). Queste azioni sono il risultato della conversione del bond subordinato codice Isin IT0004352586, dopo l’applicazione delle misure di ripartizione degli oneri di cui all’articolo 22, comma 2, del decreto legge 23 dicembre 2016, n. 237, il “salvabanche”.

L’offerta è iniziata martedì scorso, 31 ottobre, e terminerà alle 16.30 del 20 novembre, salvo proroga, e sarà regolata il 24 novembre. All’offerta, a giovedì 2 novembre, data di chiusura di questa edizione di Plus24, erano state apportate azioni pari al 6,82% di quelle coinvolte nell’operazione di conversione dei bond subordinati con bond senior. Le azioni cedute vengono rilevate dal Tesoro e il prezzo di acquisto è il minore tra il valore di carico e 8,65 euro. «L’offerta è conveniente, visto che i corsi delle azioni Mps tornate sul listino di Borsa viaggiano al 50% della cifra indicata», spiega Giuseppe D’Orta, responsabile tutela del risparmio di Aduc.

«L’unica questione è la quantità di titoli posseduta, che potrebbe impattare su eventuali riduzioni della conversione in sede di riparto. Ma, a differenza degli altri bond subordinati di Mps, con tagli da istituzionali, questo era un subordinato retail con tagli unitari da mille euro: difficile dunque che qualcuno ne possedesse quantità ingenti», conclude D’Orta. Ma la questione è anche un’altra: «È bene chiarire che qualora si decidesse di accettare tale offerta, si perderebbe qualsiasi diritto di avanzare pretese risarcitorie per il residuo danno patito», spiega l’avvocato Letizia Vescovini. «Infatti l’adesione a tale offerta, come si legge all’articolo 1 della scheda di adesione, intitolato “Rinunce dell’aderente e transazione”, comporta una rinuncia “irrevocabile e incondizionata a qualunque pretesa”. Malgrado il termine per l’accettazione sia davvero breve, 20 novembre prossimo, salvo proroghe, sarebbe bene preventivamente valutare se eventuali azioni possano consentire il recupero dell’intero controvalore investito», conclude Vescovini.

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