mercoledì 6 febbraio 2019

Aprire conto corrente a S. Marino

Conviene aprire un conto corrente a S. Marino, magari per sfuggire al rischio Italia?

La crisi di San Marino tra inchieste penali e calo strutturale della raccolta, e adesso arriva il Fondo monetario Sono in molti a San Marino ad attendersi un ulteriore aggravamento della salute del sistema bancario locale. Le ultime, poco rassicuranti, notizie giungono dal commissariamento di Banca Cis, con l’arresto del suo amministratore delegato (e direttore) Daniele Guidi (vedere articolo in basso), l’arrivo del commissario Sido Bonfatti e con la sospensione dei pagamenti della stessa banca.

A complicare il quadro, poi, si aggiunge l’escalation della crisi tra la base dei soci della Fondazione che controlla la Banca di San Marino e il suo amministratore delegato Domenico Lombardi (vedere articolo a fianco). Il tutto accade alla vigilia di una nuova visita dei «controllori» del Fondo monetario internazionale (in arrivo la prossima settimana) che dovranno monitorare lo stato di un Paese in una situazione che definire di prostrazione finanziaria non appare esagerato. A San Marino sino al 2008 c’erano 12 banche. Poi ci sono stati tre scudi fiscali e due voluntary disclosure. Risultato: ora sono rimaste in cinque di cui una (Banca Cis) commissariata da pochi giorni.

Alcuni numeri per dare un’idea della situazione. Nel 2008 (a settembre) la raccolta totale del sistema era di 14,2 miliardi di euro (di cui diretta 9 miliardi e indiretta 5,2). Dieci anni dopo, lo stesso mese, la raccolta totale era a quota 5,640 miliardi (di cui diretta 3,915 miliardi, e indiretta 1,725). Significa che il sistema di San Marino in dieci anni ha perso quasi due terzi della sua raccolta: un miliardo di euro l’anno. A San Marino vivono 33.407 anime su un territorio di 61 chilometri quadrati; il Pil reale non raggiunge il miliardo e mezzo di euro.

A raggiungere i 2 miliardi, invece, sono gli Npl prodotti dal sistema. Un sistema in passato fortemente esposto verso un settore in crisi come quello immobiliare e reso fragile da un’eccessiva cointeressenza tra imprenditoria locale e organi di governo delle banche. Una corposa fetta di questi «non performing loans» (circa 800 milioni) li teneva in pancia la più grande delle banche di San Marino la Cassa di risparmio. Non per caso: era la banca che controllava il gruppo Delta, attivo soprattutto nel credito al consumo, finito sotto inchiesta a Forlì, commissariato e attualmente in liquidazione. Ed è stata la zavorra Delta a portare la Cassa locale, nell’estate del 2017, a dichiarare una perdita monstre di 534 milioni di euro. Una situazione non proprio salubre soprattutto dopo un aumento di capitale, varato nel 2016, che aveva attirato l’attenzione del Fondo monetario internazionale che manifestò dubbi sul reale valore di un immobile (sarebbe stato gonfiato per mantenere i requisiti previsti dal regolatore).

Dunque la Cassa avrebbe avuto tutto l’interesse a cedere quegli Npl (crediti in larga misura chirografari, cioè erogati senza garanzie e crediti sanitari, più sicuri) a valori congrui. Il portafoglio Delta (battezzato Arcade) alla fine è stato ceduto alla Rubicon Spv, Special purpose vehicle emanazione di Cerberus European Investments. Rubicon Spv ha finanziato l’acquisto degli Npl con l’emissione di titoli Abs senior, sottoscritti dal finanziatore Citibank (mentre Citigroup Global Markets ha agito in qualità di arranger) e di titoli Abs junior sottoscritti dalla stessa Cerberus. A quanto?

La cifra complessiva è il 7,5%. Una percentuale che sarebbe composta da un 2,5% del nominale per i chirografi, mentre per i crediti sanitari al 5%. Tutto bene, secondo Governo e Cassa. Tutto male per le opposizioni secondo le quali la cessione sarebbe avvenuta a prezzi men che fallimentari e dunque a detrimento della banca (e dello Stato che la controlla). Quanto agli altri Npl resta vivo il progetto battezzato Abs, non nel senso dell’acronimo Asset Backed securities, ma quello di Associazione bancaria sammarinese che lo ha partorito.

S. Marino quindi non può considerarsi oggi un rifugio per i tuoi capitali. Il miglior paese dove aprire un conto corrente, per diversificare e ridurre il rischio, rimane la Svizzera: fuori dall'UE ma comunque molto comoda e vicina, oltre che con banche sicure. Scopri di più sulle banche svizzere.

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