È anche questo uno degli effetti della componente inflazione/deflazione sui risparmi. Un aspetto molto importante per determinare i ritorni dei propri investimenti, ma una voce che molto spesso viene valutata con superficialità. Complice la deflazione, il rendimento del titolo di Stato decennale ad agosto (rilevato a inizio mese) è stato del 2,82% reale mentre nel novembre del 2011, uno dei mesi più difficili della crisi, lo stesso tasso era del 2,9% (in termini nominali il BTp stava al 6,19%, oltre tre anni fa, ma con l'inflazione al 3,29%).
Ci sono alcuni aspetti ovviamente da puntualizzare. Chi acquista oggi un titolo di Stato, con l'inflazione praticamente azzerata, avrà il rendimento nominale uguale a quello reale se tra un anno la dinamica dei prezzi dovesse essere simile a quella attuale. Se nei prossimi 3-6 mesi ci fosse un'impennata dei prezzi questo cambierebbe le carte in tavola. Ma questa ipotesi al momento appare remota: le misure straordinari che la Bce sta mettendo in campo richiederanno tempo per produrre gli effetti inflattivi. Oggi, rispetto al 2011, il rischio è quello di un rialzo dei tassi (visto che con l'ultimo taglio la Bce li ha portati praticamente a zero) e le potenziali tensioni sono sicuramente maggiori.
Il momento decisamente più propizio, per sfruttare al meglio la dinamica inflazione/deflazione, è investire quando l'inflazione realizza un picco e inizia a scendere. Ad esempio, chi ha acquistato nel 2011 BTp con rendimenti superiori al 6% oggi porta a casa cedole reali di queste entità. Ma è molto difficile prevedere le esatte dinamiche dell'inflazione anche di anno in anno.
In questo insolito contesto di prezzi, sostanzialmente bloccati, le ricadute sono ancora più interessanti parlando di BoT: anzi in questo caso l'impatto è più vistoso visto che i titoli a brevissima scadenza hanno ritorni molto più bassi delle scadenze decennali e quindi la componente inflazione/deflazione impatta molto di più. Ad agosto il BoT annuale rendeva in termini reali lo 0,37% lordo. Si tratta di un risultato apparentemente poco significativo, ma guardando a ritroso osserviamo non poche sorprese.
Prendendo sempre come riferimento l'anno 2011, nel mese di giugno, il BoT rendeva l'1,92% nominale ma per effetto dell'inflazione il ritorno reale era negativo dello 0,55%. Nel 2012 solo un mese su 12 ha garantito ritorni reali positivi per gli acquirenti di BoT. Lo 0,37% di oggi, visto con questo filtro, non è poi così male.
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