mercoledì 17 settembre 2014

Il rendimento reale dei Btp

I rendimenti raggiunti ad agosto dal BTp decennale sono stati sostanzialmente in linea con quelli del 2011, nel momento di massima tensione del debito sovrano. Non c'è nessun errore in questa frase, anche se a prima vista l'accostamento appare fuori luogo: l'assunto è corretto, bisogna aggiungere per completezza di informazione che si sta parlando di rendimenti reali.

È anche questo uno degli effetti della componente inflazione/deflazione sui risparmi. Un aspetto molto importante per determinare i ritorni dei propri investimenti, ma una voce che molto spesso viene valutata con superficialità. Complice la deflazione, il rendimento del titolo di Stato decennale ad agosto (rilevato a inizio mese) è stato del 2,82% reale mentre nel novembre del 2011, uno dei mesi più difficili della crisi, lo stesso tasso era del 2,9% (in termini nominali il BTp stava al 6,19%, oltre tre anni fa, ma con l'inflazione al 3,29%).

Ci sono alcuni aspetti ovviamente da puntualizzare. Chi acquista oggi un titolo di Stato, con l'inflazione praticamente azzerata, avrà il rendimento nominale uguale a quello reale se tra un anno la dinamica dei prezzi dovesse essere simile a quella attuale. Se nei prossimi 3-6 mesi ci fosse un'impennata dei prezzi questo cambierebbe le carte in tavola. Ma questa ipotesi al momento appare remota: le misure straordinari che la Bce sta mettendo in campo richiederanno tempo per produrre gli effetti inflattivi. Oggi, rispetto al 2011, il rischio è quello di un rialzo dei tassi (visto che con l'ultimo taglio la Bce li ha portati praticamente a zero) e le potenziali tensioni sono sicuramente maggiori.


Il momento decisamente più propizio, per sfruttare al meglio la dinamica inflazione/deflazione, è investire quando l'inflazione realizza un picco e inizia a scendere. Ad esempio, chi ha acquistato nel 2011 BTp con rendimenti superiori al 6% oggi porta a casa cedole reali di queste entità. Ma è molto difficile prevedere le esatte dinamiche dell'inflazione anche di anno in anno.

In questo insolito contesto di prezzi, sostanzialmente bloccati, le ricadute sono ancora più interessanti parlando di BoT: anzi in questo caso l'impatto è più vistoso visto che i titoli a brevissima scadenza hanno ritorni molto più bassi delle scadenze decennali e quindi la componente inflazione/deflazione impatta molto di più. Ad agosto il BoT annuale rendeva in termini reali lo 0,37% lordo. Si tratta di un risultato apparentemente poco significativo, ma guardando a ritroso osserviamo non poche sorprese.

Prendendo sempre come riferimento l'anno 2011, nel mese di giugno, il BoT rendeva l'1,92% nominale ma per effetto dell'inflazione il ritorno reale era negativo dello 0,55%. Nel 2012 solo un mese su 12 ha garantito ritorni reali positivi per gli acquirenti di BoT. Lo 0,37% di oggi, visto con questo filtro, non è poi così male.

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