Ben più ampie sono le oscillazioni delle emissioni legate all’inflazione europea e dei Btp nominali (0.63-2.15%), soprattutto sulle scadenze più lunghe. Gli ultimi dati sul carovita sono quelli di maggio e segnalano un miglioramento rispetto al mese precedente, sebbene in Italia permanga uno stato di deflazione (da -0.30% a -0.10%) mentre in Europa si è tornati a vedere un dato positivo, con l’indice pari a 0.30%, rispetto a -0.10% del mese di aprile.
In tabella il rendimento però privilegia ancora i Btp Italia rispetto ai Btp Inflation Linked, nonostante un indice ancora negativo nel primo caso. Non subendo infatti una svalutazione del capitale investito, i BTp Italia garantiscono rendimenti stimati relativamente più alti, sia per il rendimento calcolato utilizzando l'ultimo valore dell'indice disponibile, sia per il rendimento calcolato sulla base delle ipotesi di inflazione futura stimate dal mercato. Un’eccezione è rappresentata dalla scadenza 2023, dove il rendimento stimato del Btp indicizzato all’inflazione europea risulta superiore.






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