lunedì 26 marzo 2018

Fregatura obbligazioni Portugal Telecom, come esser rimborsati

Scambiare bond bancari “della casa” con titoli esteri high yield, in modo da generare commissioni di sottoscrizione e ridurre il flusso di alte cedole pagate. Un’iniziativa commerciale autonoma datata ottobre 2015 di alcuni funzionari di zona dell’allora Banco Popolare (oggi Banco Bpm) sfociata, in pochi mesi, in perdite secche per i clienti coinvolti, che hanno inviato una serie di reclami.

L’iniziativa fu presentata in un incontro tenuto a Genova il 10 ottobre 2015 da alcuni responsabili dell’area territoriale dell’istituto di credito ai gestori affluent. La proposta puntava a far “ruotare” i portafogli dei clienti: venivano indicate come “fonti” dell’operazione una ventina di obbligazioni di vari emittenti presentate come “prestiti obbligazionari tosti”. Tra queste era segnalata una dozzina di titoli, la maggior parte dei quali a tassi elevati (dal 6,375% a scendere), dello stesso gruppo Banco Popolare.

Per sostituirli erano indicate alcune alternative “toste”: la prima era il bond Portugal Telecom 4,375% scadenza 24 marzo 2017, rating BB+, codice Isin XS0215828913. Eppure l’8 ottobre, solo due giorni prima dell’incontro, Banca Imi in un report aveva iniziato la copertura sui bond del gruppo Portugal Telecom International Finance / Oi Sa segnalandoli come «investimenti speculativi, adatti a profili di rischio elevati e per quote limitate del portafoglio». L’allarme sui bond “tosti” cadde nel vuoto: nel giro di poche settimane nell’area furono collocate ai clienti del Banco Popolare obbligazioni Isin XS0215828913 per una somma superiore al milione. Appena pochi mesi dopo, a giugno 2016, Portugal Telecom e la collegata società di tlc brasiliana Oi finirono in bancarotta, trascinando nel default anche i propri bond.

Da allora il loro debito è stato ristrutturato cinque volte, l’ultima delle quali a novembre scorso: Oi Brasil e Portugal Telecom hanno offerto ai bondholder un haircut (taglio del capitale) del 70% in cambio di nuovi bond per il 35% del valore investito. Per seguire questa strada, però, entro l’8 marzo occorreva insinuarsi al passivo in Brasile, con la procedura di individualizzazione del titolo che dava tempo sino a giovedì scorso, 15 marzo, per concludere la procedura informatica di trasmissione della documentazione nel Paese sudamericano. Tra l’altro, nella rendicontazione periodica sull’asset allocation inviata ad aprile 2017 da Banco Bpm ad alcuni clienti sottoscrittori di quei bond, invece dell’originaria scadenza 24 marzo 2017, è stata indicata una nuova scadenza, 24 marzo 2020. Non a caso alcuni dei clienti che hanno acquistato questi bond hanno già presentato numerosi reclami al Banco Popolare.

Secondo Letizia Vescovini, avvocato del foro di Modena, «le pressioni imposte alla rete per sostituire obbligazioni non convenienti alla banca con il bond Portugal Telecom rappresentano un chiaro conflitto di interessi, assolutamente non segnalato, poiché tale sollecitazione all’investimento non avveniva nell’interesse del cliente ma dello stesso intermediario. Il fatto poi che all’epoca di tali pressioni (autunno 2015) fossero già segnalate criticità sul titolo da parte di altri intermediari — e quindi la rischiosità dell’investimento fosse nota ai mercati — aggrava ulteriormente le responsabilità della banca poiché risulta evidente l’assenza di diligenza e correttezza sia nell’interesse del cliente sia per l’integrità dei mercati, in aperta violazione dell’articolo 21 del Testo unico della finanza». «Le obbligazioni Portugal Telecom non sono collegate alle attività e flussi di cassa di Portugal Telecom ma, nella maggior parte delle situazioni esaminate, al momento in cui vennero acquistate costituivano già una passività della società brasiliana di telecomunicazioni Oi Sa.

Quindi l’acquisto di titoli Portugal Telecom comportava, in sostanza, l’assunzione del rischio di credito di Oi Brasil che non è stato in alcun modo comunicato alla clientela da parte degli intermediari», continua Vescovini. «A ciò si aggiunga che non risulta essere nemmeno stato comunicato alla clientela il progressivo innalzamento del rischio di questi bond, così come i clienti non risultano essere stati assistiti nel procedimento di individualizzazione aperto al Tribunale di Rio de Janeiro, nella procedura concorsuale che ha coinvolto Oi Sa. Inadempimenti a vari livelli che aprono la via a richieste risarcitorie nei confronti dell’intermediario», conclude l’avvocato.

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