lunedì 1 giugno 2020

Btp indicizzati all'inflazione - quale scegliere

Con la graduale ripresa delle attività economiche e sociali sui mercati sembra prevalere l’ottimismo. Complici i progressi fatti sul fronte europeo, con la Commissione che ha fatto seguito alla proposta franco-tedesca di un recovery fund di 500 miliardi,richiedendo anche al Parlamento il potere di emettere 750 miliardi di debito per finanziare la ripresa. Considerate le cifre l’ottimismo sembra quindi ben fondato, specialmente per gli investitori che puntano ai titoli governativi dei paesi periferici.

Lo spread BTp-Bund ha rotto al ribasso i 200 punti base e sembra voglia puntare verso i 170. Sul fronte dell’inflazione, invece, rimane difficile ritrovare l’ottimismo, specialmente nel breve. Tuttavia, qualora nel medio periodo la domanda (supportata dalle politiche fiscali) dovesse eccedere l’offerta (limitata da problemi logistici senza precedenti), si potrebbe vedere una ripresa dell’inflazione. Ad oggi le aspettative a 5 anni sono intorno ai minimi storici, allo 0,41% per l’Europa e 0,07% per l’Italia.

Se lo spread dovesse continuare a scendere, e le aspettative d’inflazione tornare a salire, i BTp legati all’inflazione europea sono particolarmente favoriti. Tra questi si nota il BTPe.i. 2028 che offre un pick-up sui titoli a tasso fisso di 48 pb ad inflazione attesa.

Tuttavia, qualora non si voglia dipendere dagli scenari macro e magari detenere il titolo a scadenza, i BTp legati all’inflazione italiana sembrano essere la scelta più adatta. Infatti, nonostante abbiano la protezione da deflazione, i BTp Italia al momento offrono un rendimento a scadenza maggiore dei BTp a tasso fisso, anche senza considerare le aspettative d’inflazione.
Ad esempio, il pick-up del nuovo BTp Italia 2025, che è ulteriormente aumentato dopo l’emissione, ha raggiunto ora i 29 pb ad inflazione zero e 36 pb ad inflazione prevista.

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