A dimostrare ancor più le difficoltà
della professione, l’anno scorso, sempre
in Piemonte, un legale su due ha
chiesto al governo il ristoro da 600 euro.
Fuga dalla professione forense anche
nella capitale.
«Nel 2020 si sono cancellati
dall’albo ben 610 colleghi ed anche
nel 2021 il numero è già arrivato a 335 —
dichiara Antonino Galletti, presidente
del Consiglio dell’Ordine degli avvocati
di Roma —.Oggi gli iscritti romani sono
26.194 (14.500 uomini e 11.694 donne).
Nella fascia tra i 25 e i 30 anni il numero
di iscritti è basso ed è pari a 869 colleghi
».
Le ragioni della fuga degli avvocati
I motivi per cui gli avvocati decidono di
mettere al chiodo la toga e riconsegnare
indietro il tesserino sono tanti: un futuro
della professione troppo incerto, i
redditi che calano di anno in anno ed i
bandi del ministero della Giustizia che
fanno gola a molti. Insomma torna anche
un po la voglia del posto fisso. «Solo
l’ufficio del processo prevede oltre 16
mila assunzioni. Ci sono posti per cancelliere,
funzionario di cancelleria, per
direttore amministrativo e quelli degli
enti locali e delle regioni — continua il
presidente del Coa della Capitale. — È
ovvio che il calo delle iscrizioni dipende
dalla ripresa dei concorsi pubblici. È fisiologico,
per tanti anni in Italia non si
sono fatti concorsi.
Per i laureati in giurisprudenza
l’approdo naturale era l’avvocatura,
ora con i concorsi in molti
cambiano rotta, probabilmente sono gli
stessi che non avrebbero mai fatto l’avvocato
se da subito potevano far domanda
nel pubblico impiego».
Il Comune di Roma ha recentemente
emanato un «concorsone» per 18 mila
posti. Gli avvocati che si sono iscritti
erano 6 mila ed hanno partecipato in 4
mila per 20 posti. A questo si somma un
altro dato oggettivo che è il calo delle
matricole nelle facoltà di Giurisprudenza.
Negli anni 90 con «mani pulite» tutti
volevano diventare avvocati o magistrati,
oggi 30 anni dopo probabilmente
avremo un boom di iscritti in medicina
per via di Covid-19. Per Maria Masi, presidente
del Consiglio nazionale forense
«più che una fuga degli avvocati, è più
corretto parlare di opportunità colte per
avere certezze e maggiore stabilità economica,
già messa a dura prova in passato
e ora incerta per effetto di una crisi
non solo sanitaria. Le cancellazioni dall’albo
degli avvocati si possono impedire
se si interverrà con celerità per modernizzare
la professione senza però
snaturarla».
Un altro problema, poco sottolineato, è che gli avvocati sono oggi la professione che meno riesci a "pubblicizzarsi" e non tanto per i limiti del codice deontologico. Mancano infatti le conoscenze di marketing che qualsiasi professionista e imprenditore oggi deve conoscere, in particolare nell'ambito digitale, che oggi offre diverse opportunità per chi le sa sfruttare. Puoi iniziare a farti un’idea e capire le potenzialità della tecnologia e del marketing per il tuo Studio Legale leggendo “Marketing Online per Avvocati” e “LinkedIn per Avvocati”.
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