Non c’è di che stare allegri: la massa dei prestiti che mostrano ritardi nei pagamenti di oltre 90 giorni è di circa 7,5 miliardi di euro, mentre le perdite del settore bancario sono state per il primo semestre del 2013 pari a 215,6 milioni di euro. Può sembrare poco, ma bisogna tener conto del fatto che le dimensioni dello Stato sono piccole e che la Slovenia ha solo 2 milioni di abitanti, poco più della sola Calabria.
Lubiana, dal canto suo, ha cercato di risolvere i problemi e ha promesso di riportare il deficit al 2,5% da qui al 2015. Questo mese dovrebbe rendere operativa la bad bank, ossia la banca in cui finiranno tutti i crediti marci dei principali istituti di credito sloveni che il governo già ha ricapitalizzato.
Inoltre ha avviato la liquidazione controllata di due banche minori in crisi e potrebbe privatizzare sia l’operatore telefonico, sia il gestore dell’aeroporto di Lubiana. L’intento è di evitare una crisi alla cipriota, ma la strada è stretta. I Cds del Paese (misura del rischio) sono oggi a 379 per il decennale sloveno (significa un 20% di probabilità di fare un default del 20%). Per un confronto, i nostri Cds sono a quota 267, ma il debito sloveno è poco sopra il 50% del Pil, mentre il nostro è al 130%. Insomma, il Paese è giudicato troppo piccolo per poter contare sulle sue sole forze. Per questo motivo ti consigliamo prudenzialmente di stare alla larga dai suoi titoli di Stato e di non aprire o mantenere un conto corrente in Slovenia.
Punta piuttosto alla solita Svizzera.
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