sabato 7 settembre 2019

Viaggi all'estero, come risparmiare sul cambio euro

Quando si viaggia al di fuori dell'area euro, attenzione a non cedere alla tentazione di pagare o prelevare con la carta scegliendo di concludere la transazione nella propria valuta: il conto finale potrebbe infatti risultare molto salato. Colpa del meccanismo noto come dynamic currency conversion (conversione valutaria dinamica), una pratica con cui i merchant e le banche consentono all'utente che deve pagare in un Paese con una valuta diversa - sia in luoghi fisici, sia online – di concludere l'operazione nella propria moneta.
Il consumatore può trovare utile questa possibilità, perché conoscendo meglio la propria valuta ritiene così di avere meglio sotto controllo le proprie spese. Ma non sa che, quasi sempre, si troverà a pagare con un prezzo maggiorato. Spesso è lo stesso sistema che cerca di “spingere” in questa direzione, mettendo in evidenza l'opzione del pagamento nella propria valuta, o addirittura tornando a chiedere una seconda volta se si è sicuri della scelta nel caso si opti per la valuta estera.

Il problema è che il tasso di conversione viene deciso dalla banca o della società privata che offre il servizio al merchant. E questo quasi sempre a danno di chi paga, come hanno dimostrato le associazioni dei consumatori, rivelando che quello che viene offerto come un servizio a favore dell'utente è in realtà un raggiro. Il consumatore non riesce a esprimere un consenso informato perché, nei pochi secondi in cui deve decidere, ha difficoltà a fare dei calcoli complicati sul tasso di conversione per capire quanto pagherà effettivamente e se gli convenga o meno la transazione in euro.

Magari deve pagare uno scontrino da 42,43 zloty polacchi, pari a 10 euro; chiede di pagare in euro, e quando gli arriva l'estratto della carta si rende conto di aver pagato 10,50 euro, o addirittura 11. E se la cifra è più alta e le transazioni sono tante, alla fine del soggiorno all'estero ci si trova ad aver speso molto di più. Gli esperti di Beuc (Bureau européen des unions des consommateurs, federazione di 43 associazioni dei consumatori di 31 Paesi europei), spiegano che «la dynamic currency conversion è un business opaco e lucroso, che genera profitti sostanziosi per i merchant e le loro banche». La prova di questa affermazione è stata identificata sul sito di Global Blue (un provider di questo servizio) che nella sezione Q&A spiegava ai merchant i vantaggi di aderire al servizio dichiarando che avrebbe garantito loro «una commissione su ogni transazione».

Non solo. L'organizzazione tedesca Stiftung Warentest ha inviato 20 investigatori in giro a fare pagamenti e prelievi in 11 Paesi in cui è offerto il servizio, rilevando che, in tutti i casi in cui era utilizzata l'opzione di pagamento della propria valuta, il conto risultava maggiorato di una cifra compresa tra il 2,6% e il 12%. I costi più alti sono stati registrati nella Repubblica Ceca, in Polonia e Ungheria. Mentre uno studio di una banca norvegese su 1.500 transazioni fatte all'estero da cittadini norvegesi ha rilevato che con tale meccanismo i consumatori avevano perso denaro nel 99,7% dei casi, con rincari fino al 12,4 per cento. Beuc ha fatto pressione sulle istituzioni Ue affinché la pratica venisse vietata almeno in Europa.

La Commissione europea non è rimasta insensibile al problema e ha elaborato una proposta in cui, pur senza spingersi a vietare il meccanismo, chiedeva di rendere più trasparenti i costi del servizio, consentendo al consumatore di rendersi conto di un eventuale surplus di costo. Il Parlamento europeo si è addirittura spinto oltre, proponendo di dare ai consumatori la possibilità di bloccare sulle proprie carte i servizi di conversione dinamica sui pagamenti esteri. Ma l'iter si è inceppato di fronte all'indisponibilità del Consiglio Ue su questo fronte: gli Stati membri si sono infatti opposti alla regolamentazione della conversione dinamica. Ai consumatori quindi non resta che tenere gli occhi bene aperti quando fanno pagamenti o prelievi al fuori dall'area euro, sia in Europa sia nel resto del mondo.

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