martedì 7 marzo 2017

Investire sfruttando i ribassi dei Btp

Trasformare il rialzo dei rendimenti sui bond in un’opportunità. I titoli del reddito fisso seguono una regola semplice: prezzi e rendimenti vanno nella direzione opposta. Se scendono i primi salgono i secondi e viceversa. L’industria finanziaria consente anche ai piccoli risparmiatori di guadagnare con il calo dei prezzi delle obbligazioni: si tratta degli Etf short sui bond. Sono “fondi cloni” adatti a investitori esperti, che hanno pratica del mercato obbligazionario. Sono una decina gli strumenti di questo tipo quotati a Milano: come sottostante hanno i BTp, i Bund, i Treasury Usa e anche un paniere di obbligazioni sovrane del vecchio Continente.
La peculiarità è quella di apprezzarsi quando il prezzo dei bond scende. Si tratta di strumenti che vengono utilizzati anche dai consulenti finanziari per la loro clientela: il vantaggio in primis è quello di una replica passiva degli indici sottostanti con dei costi decisamente contenuti che si muovono in media fino allo 0,4 per cento. L’obiettivo è quello di coprirsi da un eventuale rialzo dei tassi oppure di sfruttare opportunità di trading nelle fasi in cui i rendimenti si impennano. Uno strumento molto gettonato, anche tra i piccoli investitori, è l’Etf a leva short (cioé inversa) sui BTp: dallo scorso agosto il “fondo clone” ha guadagnato quasi il 20% grazie al deprezzamento dei bond governativi italiani.

Ovviamente fino allo scorso agosto il titolo ha pesantamente sofferto il rialzo degli stessi BTp. «Gli Etf che vanno al ribasso sui bond», spiega Raffaele Zenti , co-fondatore e partner di Advise Only, «devono essere usati con cautela, soprattutto se a leva, perché il rischio di veder sfuggire il controllo dei propri investimenti è alto. Le posizioni short a nostro avviso sono sempre intrinsecamente tattiche e vanno monitorate e chiuse in tempi rapidi». Sono quindi adatte a un investitore evoluto anche perché sono anni che si parla di rialzo stabile dei rendimenti ma il quadro non è ancora così chiaro. «Tanto vale allora per un investitore», aggiunge Zenti, «affidarsi a un professionista e puntare su uno degli oltre 400 fondi Ucits “alternativi” long/short debt che possono assumere posizioni al ribasso anche sui bond con grande flessibilità ,sfruttando le opportunità che si aprono sul mercato. I gestori non hanno la “sfera di cristallo”, ma sicuramente conoscono meglio il mercato di un risparmiatore che non ha competenze specifiche».

0 commenti:

Posta un commento