sabato 18 agosto 2018

Bitcoin e criptovalute. Quali hanno le migliori prospettive di guadagno?

previsioni bitcoin e criptovalute
L’unico punto fermo, quando trattasi di criptovalute, è la volatilità. Correva l’estate 2017 quando l’universo delle “monete virtuali” usciva dalla nicchia dei nerd informatici e conquistava l’interesse del mondo mainstream. I rumors sulla possibile quotazione di un contratto future a Wall Street - poi confermati dai fatti dato che lo scorso dicembre il future è arrivato - fecero decollare le quotazioni del Bitcoin (la madre delle criptovalute) e delle altre criptocurrencies.

 Il valore del Bitcoin balzò dai 2mila dollari estivi fino ai 19mila natalizi(ma su alcune piattaforme indonesiane superò i 20mila). A gennaio il settore raggiungeva il suo recente picco. La capitalizzazione complessiva toccava quota 830 miliardi (più o meno quanto vale oggi una Google o Amazon per intenderci).
Tuttavia proprio nel momento in cui il Bitcoin entrava nel salotto buono della finanza (future a Wall Street) la quotazione ha iniziato a sgonfiarsi toccando un minimo annuo a fine giugno sotto i 6mila dollari. Il passivo per chi è entrato nel momento di picco sul Bitcoin è vicino al 60%. Proporzioni simili per le altre big, quelle che oggi figurano nella top ten.
La seconda, Ethereum, è crollata sotto i 400 dollari dopo aver superato quota 1.400. La terza, Ripple (da molti chiamata anche la criptovaluta delle banche) valeva oltre 3 dollari per unità mentre oggi passa sotto i 40 centesimi. E così via. La capitalizzazione complessiva del settore è scesa a 230 miliardi, 600 miliardi in meno in nemmeno otto mesi.

Il ridimensionamento c’è stato, ma dipende sempre da che punto lo si osserva. Perché rispetto all’estate scorsa le stesse “monete” valgono almeno il doppio.
Fatta un po’ di luce sull’estrema volatilità si può passare al secondo punto: investire nelle criptovalute conviene? Innanzitutto bisogna fare una precisazione: oggi se ne contano oltre 1.500 (censite dal sito Coinmarketcap.com) e tra queste la maggior parte dei progetti probabilmente fallirà. Molti nascono addirittura con l’unico obiettivo di raccogliere capitali da giovani smanettoni della rete, appassionati di crypto.

Secondo gli addetti ai lavori alcune criptovalute potrebbero ispirarsi proprio al classico schema Ponzi, ovvero raccogliere capitali con la promessa di lauti dividendi annui e poi chiudere bottega lasciando con il cerino acceso gli investitori dell’ultima tornata. Un po’ come ai tempi della bolla della new economy quando si quotavano aziende anonime con questo scopo.

 È evidente che nei prossimi mesi/anni ci sarà un processo di selezione naturale. «A causa della mancanza di valore intrinseco, le valute che non sopravviveranno saranno probabilmente scambiate a zero», spiega Steve Strongin, a capo della divisione globale dell’Investment research di Goldman Sachs. Il punto chiave nella selezione delle criptovalute che potranno resistere alla probabile ondata di fallimenti è la serietà del progetto. Bisogna capire se c’è il potenziale di affermarsi in futuro attraverso la forza dell’architettura sottostante, la blockchain.

 Tra le 1.500 valute oggi in circolazione si nasconde un fenomeno fintech simile a quello che sono stati per internet Amazon o Google? Guru come Warren Buffett e Paul Krugman non ci credono e preconizzano tempi bui per le criptovalute. Il noto economista Rogoff vede il Bitcon a 100 dollari. Gli analisti di Saxo bank a 100mila.

Le opinioni tra gli addetti ai lavori sono agli antipodi. Un po’ perché si fa fatica a comprenderle ma anche perché - non avendo termini di paragone statistici - si fa fatica a trovare un fair value, ovvero un prezzo corretto per valutarle.

«Se Bitcoin è oro digitale, sottolineando la parola “se” perché ci possono essere ancora legittimi dubbi, allora è ampiamente sottovalutato - sottolinea Ferdinando Ametrano - professore di Bitcoin e tecnologia blockchain presso Milano-Bicocca e Politecnico di Milano -. Facciamo qualche valutazione grossolana. A livello globale i patrimoni gestiti sono circa 100 trilioni di dollari: quando il 2% investisse in Bitcoin, anche solo a scopo di diversificazione, questo implicherebbe un prezzo per Bitcoin di 100mila dollari».

Il mercato, valutando in questo momento il Bitcoin poco più di 6mila dollari, è come se desse al 6% la possibilità che questa criptovaluta si trasformi nell’oro digitale. «Chi decide di investire, ovviamente sarebbe azzardato andare oltre l’1% del patrimonio, nel Bitcoin e nei suoi “fratelli” più promettenti, non deve mai dimenticare che potrà perdere tutto», spiega un trader esperto. E in futuro, le modalità per investire, cresceranno. Considerate le numerose proposte che stanno arrivando alla Sec (la Consob statunitense) per autorizzare il primo Etf della storia in Bitcoin, la sensazione è che prima o poi (nonostante le prime bocciature arrivate) al primo future seguirà anche il primo Etf.

Ti ricordo che puoi investire anche indirettamente in bitcoins e le principali criptovalute tramite i Cfd di Etx Capital, che ti consentono anche di sfruttare la leva e quindi ampliare i potenziali guadagni.

Ricorda poi che se l'anno scorso hai conseguito guadagni su criptovalute, o semplicemente le detenevi presso wallet esteri, le devi dichiarare seguendo le istruzioni di questa guida.

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