lunedì 22 giugno 2015

Come investire con il QE e il rischio Grexit

L’anno del QE di Draghi è cominciato con una roboante impennata dei mercati finanziari europei: l’immissione di liquidità nell’eurozona, mista ad una totale assenza di alternative sulle quali investire, ha portato bene alle borse del vecchio continente, che sono salite, dai minimi di inizio Gennaio, sfiorando (alcune) anche il 50% percento. Quasi in bolla, e come ogni forma di speculazione senza degne basi fondamentali, la salita ha dapprima rallentato la corsa... e lentamente si è sgonfiata: in poche settimane i mercati hanno perso parte di questo rialzo, nonostante alcuni di essi restino in totale bolla (vedesi il Dax tedesco).

L’anno passato, esattamente di questi periodi, avevo pronosticato, nonostante la crisi continuasse (e continua tutt’ora) a non mostrare segni di cedimento, una importante salita soprattutto per il mercato italiano, e il target che avevo dato era proprio l’area compresa tra i 24 e i 24500 punti. Qualcuno si domanderà da dove derivi tutto questo entusiasmo sui mercati finanziari, visto che dal fronte macro abbiamo ricevuto solo notizie desolanti (aumento della disoccupazione, PIL negativo nel primo trimestre, aumento delle sofferenze bancarie... e via dicendo!).

Nessuna sorpresa: se i mercati dovessero rispettare i fondamentali, l’indice Italiano sarebbe sotto i 10 mila punti! Invece c’è Draghi, c’è il QE... c’è la speculazione... e i fondi speculativi, dove fiutano “affari e regali” (come il QE già prodotto dalla FED e dalla BOJ Giapponese!) si fiondano a razzo. Già... il QE... questa fantastica soluzione... questa “manna” per l’economia... ehm, o forse non proprio per l’economia!!??

Facciamo un passo indietro: il QE nasce dalla megalomania Americana nel 2008, che la trasmette ai Giapponesi, sulla cui piazza esordisce nel 2013. Qui il mercato azionario percepisce “il regalo” e sale a rotta di collo, segnando una ascesa che tutt’ora perdura. E l’economia reale del sol levante? Beh, l’economia reale di “ascesa” ha visto solo le chiacchiere e le dichiarazioni “euforiche” fatte subito dopo l’annuncio del Quantitative Easing, poi il buio totale! Nell’anno successivo il Giappone non solo non riprende quota ma entra addirittura in recessione, mostrando un PIL negativo! Ah cavolo, ma guarda...! Cioè, con tutto l’entusiasmo e i soldoni del QE , con tutta l’enorme massa di liquidità messa a disposizione di... (ECCO IL PUNTO!... di CHI?? lo vediamo a breve!)... il Giappone entra in crisi? Boh, c’è qualcosa che non mi torna. Ma visto che non mi torna e a naso mi pare una grande sciocchezza, a gennaio ci pensa Draghi a farmi rinsavire: l’esperienza “giapponese” è stata talmente entusiasmante che il Governatore della Banca centrale europea decide di attuare anche in Europa un piano di politica espansiva.

Fermi fermi: ma come, questi signori di Harvard non studiano quanto accaduto nelle economie Americane e Giapponesi, per comprendere meglio se lo strumento ha funzionato? E no! Perchè lo strumento in se non è di certo un “regalo” all’economia, ma un vero e proprio (e continuato) regalo agli istituti finanziari (ecco i soldi per chi sono messi a disposizione!). I quali la usano per le forme speculative sui mercati finanziari e se ne fregano altamente di “esporsi” verso una fallita economia reale, fatta da tasse e burocrazia! Quindi a cosa serve il QE? Esperienza dimostra che serve a “giocare” in borsa... in questo caso al rialzo. Del resto appare più che visibile il fallimento e depressione delle economiche reali a fronte del “virtuosismo” borsistico, oramai di gran moda e lucro, giusto? Va beh, detto ciò, giusto per capire quanto il mondo sia un immenso contenitore di “gente sporca” al comando, cerchiamo di vedere cosa può succedere sul nostro caro MIB (tanto le cose non cambiano di certo per le verità scritte).

Cosa aspettarsi adesso? La Grecia uscirà dall’euro? E l’america, che doveva già essere a quota 15 mila da qualche mese, dove arriverà? Alzeranno i tassi di interesse terminando il QE, che dura dal 2008?

Sinceramente la fase attuale è davvero complicata, perché, benchè tutti si affrettino a dire che una eventuale uscita della Grecia dall’euro non avrebbe un forte impatto sui mercati, vi posso garantire che (invece) lo avrebbe, eccome! I mercati sprofonderebbero vicino ai livelli di fine gennaio in poche sedute, (ad esempio il nostro indice tornerebbe in area 19500/20200 circa) e il guaio maggiore sarebbe quello che, creato un “precedente”, porterebbe continue incertezze su tutti mercati del vecchio continente, nonostante il QE in atto. Ad ogni uscita di dati macro negativi, i mercati accelererebbero al ribasso. Soprattutto quello Italiano sarebbe sottoposto a pressioni speculative importanti, essendo il “bel paese” la seconda malata d’europa, dopo la Grecia (ah, finalmente un “primato!!).

E quindi? La Grecia uscirà dall’Euro? Io credo di no, e penso che Tpsiras stia giocando le sue carte strategicamente bene, sapendo che è lui ad avere in pugno i destini del vecchio continente, se non cedono ai suoi ricatti. Per cui la fase delle trattative a mio avviso durerà molto e probabilmente porterà a qualche “vittoria” greca sull’Europa delle ristrettezze e delle tasse. E in questo caso i mercati salirebbero ben sopra i massimi fatti segnare ad aprile, con target vicini a 25300 punti prima e 27 mila punti nei mesi successivi. Ma la Grecia potrebbe adottare (con l’aiuto della infastidita Russia) un eventuale PIANO B se l’Europa gli negasse le dilazioni che cercano: e questo si è percepito dal nervosismo dei ministri europei dopo l’incontro con il ministro delle finanze Varoufakis qualche settimana fa.

Concretamente, non date retta a chi sostiene che la Grecia non costituisce un problema: se si concretizzasse l’uscita di scena della Grecia, nel breve sarebbe una scossa di terremoto tremenda. Mi preme ribadire però che secondo il mio punto di vista, questi “ipotetici” sussurrati e mai dichiarati “PIANI B” fanno solo parte di quella strategia “della disperazione” atta a calmierare l’imposizione di ristrettezze: dubito che la lor volontà sia quella di uscire dalla zona euro. E l’America? Alzeranno finalmente i tassi? Ogni volta che escono dati macro, c’è la speculazione che ci gioca volentieri sopra: dati positivi? I mercati scendono poichè si attendono l’imminente rialzo dei tassi! Dati negativi? I mercati “volano” perchè si allontana il rialzo dei tassi! Solo queste ultime mie due frasi dovrebbero farvi riflettere su come oramai la borsa sia lontana anni luce dal rispetto della reale situazione economica: i fondi cercano solo “soldi” per giocare... e tutto questo ha una tristezza infinita in un mondo in cui la crisi avanza spedita, e nella quale la Cina sta prendendo coscienza della propria forza.

E noi non ci rendiamo conto di quale pericolo ci sia di fronte... Per me l’America rimane in distribuzione. E non investirei un solo centesimo in un mercato che, magicamente pilotato dal solo Quantitative Easing, sale (incurante della reale economia) da 7 anni di fila.

0 commenti:

Posta un commento