lunedì 3 agosto 2015

Libretti postali Smart con bollo proporzionale

L’offerta è Smart. Anzi era Smart, anche se adesso viene addirittura etichettata come SuperSmart. La comunicazione verso i clienti, invece, lascia un po’ a desiderare. Altro che Smart. Dal primo luglio Poste Italiane e la Cassa depositi e prestiti hanno deciso di portare il tasso di interesse premiale sulle somme aggiuntive che saranno versate dai clienti sui libretti di risparmio Smart dall’1,25 allo 0,3-0,4%. Un deciso taglio che mal si concilia con il cambio del nome dell’offerta da Smart a SuperSmart.

Per ottenere il “premio” oggi, come prima, il cliente deve rispettare tanti vincoli, altrimenti l’interesse si azzera, o quasi, perchè scende allo 0,05%. Fino allo scorso 30 giugno, bisognava attivare la carta libretto, mantenere il 90% del saldo e tenere aperto il libretto fino a una certa data: una sorta di conto deposito vincolato, perché il cliente per avere il tasso di interesse più?alto doveva lasciare le somme sul libretto fino alla fine del semestre. Adesso per ottenere un rendimento dello 0,3 o 0,4% (lordo) devono mantenere le nuove somme versate sul libretto rispettivamente per tre o sei mesi. Se prima il vincolo, seppur esistente, era variabile in termini di durata, adesso è stabilito in misura fissa di 90 o 180 giorni.

Rendimenti “premiali” risicati su cui bisogna pagare anche le imposte: la ritenuta fiscale del 26% sugli interessi e l’imposta di bollo che sui libretti ordinari, e fino a giugno scorso anche su quelli Smart, è fissa a 34,20 euro su base annua e viene azzerata se la giacenza media annuale non supera i 5mila euro. Oggi, invece, l’offerta SuperSmart va assoggettata al regime del bollo proporzionale pari allo 0,2% annuo. La tassazione non è più quella prevista per un libretto ordinario, ma quella proporzionale più gravosa prevista per i conti deposito vincolati e gli altri strumenti di investimento.

Forse è stato il Fisco stesso, pressato dalle banche, a suggerire alle Poste di cambiare l’offerta per mascherare la marcia indietro innestata con questo cambio di tassazione: già prima i libretti Smart chiedevano di vincolare le somme per un determinato periodo e, quindi, di fatto già in passato dovevamo essere equiparati a livello fiscale ai conti di deposito. Un aggravio di imposta che al cliente per di più viene mascherato in tutti i modi da Poste e Cdp: nell’avviso pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nei documenti informativi e in quasi tutte le varie sezioni del sito internet. In tutti i casi viene indicato che sarà applicata la tassazione pro tempore vigente, senza dettagliarla.

Anche nella sezione specifica dedicata alle “Novità su imposta di bollo” presente nella sezione investimenti del sito di Poste non c’è traccia di questo aggravio. Solo dopo l’ennesimo click, nei meandri di una piccola sezione dedicata alle Faq offerta SuperSmart , il cliente più agile a navigare sul web può scoprire questa ulteriore spiacevole novità.

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