martedì 8 novembre 2016

Obbligazione Imi in dollaro australiano

Vale la pena talvolta analizzare bond già quotati sul listino domestico, considerando che la frequenza delle nuove emissioni è in questo periodo rarefatta. I recente rialzo dei rendimenti a livello globale sta riportando finalmente i valori a scadenza su soglie più accettabili, con il Bund tornato in positivo sui 10 anni e il Btp stessa scadenza che allunga ben oltre l’1,5% annuo. Nonostante questa impennata, i sottostanti in valuta estera tipicamente utilizzati per strategie carry trade rimangono molto più performanti. Valutiamo in questo caso una emissione di Banca Imi legata ai tassi australiani, un tasso fisso plain vanilla scadenza settembre 2020. Il bond in oggetto è peraltro listato sia su EuroMot sia su EuroTlx e tale elemento permette di gestire senza difficoltà una eventuale uscita anticipata. Il rendimento atteso (calcolato in valuta estera) è senza dubbio interessante, collocandosi agli attuali prezzi (101,4) al 3,9% annuo lordo, anche se la vera partita la si gioca sulla performance futura del tasso di cambio rispetto all’euro. Il bond è adatto a coloro che comprendono quest’ultimo fattore di rischio e di potenziale performance aggiuntiva.

Rendimento 

Il valore del rendimento a scadenza è senza dubbio allettante, ma è bene tener presente che tale indicatore è ovviamente calcolato in valuta locale, cioè in dollari australiani. Tanto le cedole periodiche che il rimborso del capitale a scadenza verranno regolati in tale divisa. Nel dettaglio l’obbligazione paga cedole su base annua al tasso del 4,3% lordo, nelle date del 8 settembre di ogni anno. Oggi il rateo che il venditore del bond passa di mano all’acquirente è quindi limitato, considerato che da poco l’obbligazione ha staccato il flusso periodale, e si attesta a circa 0,68 lordo (0,5% netto). Il bond è stato emesso a 99, 64 e ciò comporta un disaggio di emissione contenuto, come la componente fiscale su quest’ultimo elemento (oggi pari a 0,034 circa).

Effettuando il confronto con parametri benchmark, se i tassi governativi australiani a quattro anni si collocano oggi all’1,8% circa i valori delle emissioni finanziarie con rating medio BBB in dollari australiani si attestano al 3,75% lordo. Il confronto rispetto alla componente risk-free rappresentata dalle emissioni governative australiane è nettamente a favore del bond societario, ma anche rispetto ad altre emissioni corporate in valuta locale l’appeal rimane confermato. È chiaro altresì che il rendimento a scadenza in dollari australiani pari al 3,9% annuo può tanto ridimensionarsi che amplificarsi, in base alle oscillazioni del cambio nei prossimi quattro anni.

Rischio del bond

Il rischio di credito è sotto controllo, per via della solidità dell’emittente e del rating investment grade. Il rischio di cambio è invece il principale fattore da tenere in considerazione, tanto durante la vita del bond che per chi volesse portare il bond a scadenza. Il range di volatilità del tasso di cambio euro-dollaro australiano si è attestato negli ultimi anni tra il 12 e il 18% annuo, quest’ultimo valore ottenuto durante la fasi più nervose di mercato espresse tra il 2012 e il 2015. Ciò implica un rischio di cambio molto elevato per chi si espone a questo dinamico sottostante; l’altra faccia della medaglia però nelle potenzialità di extrarendimento nel caso in cui il dollaro australiano si apprezzasse contro l’euro negli anni a venire, o quantomeno rimanesse stabile. È quindi chiaro che buona parte del rendimento che verrà effettivamente generato da questa obbligazione dipenderà proprio dalla dinamica del tasso di cambio, e non solo dal flusso cedolare.

Tecnicamente il dollaro australiano sta attraversando una buona fase rispetto all’euro, esprimendo un lieve rafforzamento che va a favore di chi è posizionato in acquisto su asset quotati in tale divisa. Trattandosi di commodity currency, un elemento a cui guardare è rappresentato dai prezzi del petrolio e delle materie prime, che a loro volta sono però in stabilizzazione. Contenuto è il rischio di tasso considerati i quattro anni scarsi alla sua estinzione. Il rischio di liquidità è infine marginale. Le obbligazioni sono infatti quotate sia sul mercato EuroMot che su EuroTlx, evidenziando un elevato livello di liquidità. Attualmente lo spread denaro-lettera si attesta attorno allo 0,3%, confermando che in caso di entrata e uscita a poca distanza di tempo non si incappa in particolari penalizzazione in merito a questo fattore di rischio.

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