mercoledì 30 ottobre 2013

Banca Marche in amministrazione straordinaria. Quali rischi?

Banca d’Italia ha annunciato che dà venerdì 25 ottobre Banca delle Marche è in amministrazione straordinaria per un anno. L’istituto di Jesi naviga già da fine di agosto era commissariata da Banca d’Italia che ne aveva disposto la gestione provvisoria. In sostanza le funzioni degli organi amministrativi (cda e collegio sindacale) erano state sospese e le redini erano state affidate ai commissari Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni. Dal punto di vista della Vigilanza finalità principale del provvedimento avrebbe dovuto essere spianare la strada all'aumento di capitale da 300 milioni che Banca Marche dovrà lanciare entro la fine dell’anno per risanare la propria compromessa situazione patrimoniale.


Allo scadere dei due mesi previsti però le forti incertezze dell’istituto non sono state risolte e Via Nazionale ha dovuto ricorrere a un’amministrazione straordinaria vera e propria. A Jesi il nodo principale è rappresentato dall'individuazione di un cavaliere bianco che sostenga l’aumento di capitale, visto che le fondazioni attualmente azioniste (Cr Macerata, Cr Jesi e Cr Pesaro) non appaiono in grado di seguire l’operazione. Anche se si specula da tempo su un possibile interesse per il dossier da parte di Bnp Paribas e Crédit Agricole, sul tavolo non c’è ufficialmente nulla e il clima di incertezza sta crescendo.

È pur vero che l’istituto potrebbe fare affidamento sul- la cordata di imprenditori capitanata Francesco Merloni, ministro e numero uno del gruppo Thermo, ma soluzione per il momento non avrebbe incontrato il favore di Bankitalia. L’Organo di Vigilanza spinge infatti per l’ingresso un socio stabile e preferibilmente di natura bancaria nel capitale dell’istituto marchigiano, ma per il momento nessun soggetto risponde a questo identikit.

Nelle scorse settimane si è ipotizzato l’interesse di una grande popolare del Nord Italia per Banca Marche, anche se per il momento non sono emerse novità significative. L’unico nome certo emerso risulta invece quello della Banca Popolare di Vicenza che per ora si sarebbe fatta avanti per rilevare alcuni sportelli della capogruppo e la controllata Cassa di risparmio di Loreto. Nei prossimi mesi altri asset del gruppo, come Medioleasing o Focus Gestioni sgr, potrebbero finire sul mercato, anche se lo spezzatino viene oggi considerato come extrema ratio. Tra tante indiscrezioni l’unica certezza degli ultimi due mesi è stata l’uscita di scena del presidente Rainer Masera che si è dimesso dalla carica tra un vespaio di polemiche.

Ricordiamo che in base alle nuove regole europee, in caso di necessità di intervento pubblico, dovranno prima essere richiesti sacrifici non solo agli azionisti, ma anche ad obbligazionisti e ai depositanti (conto corrente o conto deposito) oltre i 100.000 euro.

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