lunedì 28 ottobre 2013

Come e se investire nel Btp Italia novembre 2013

Da martedì 5 a venerdì 8 novembre (salvo chiusura anticipata dell’offerta) sarà possibile acquistare la quinta versione del Btp Italia, il titolo di stato indicizzato all'inflazione italiana dedicato all'investitore retail (piccolo investitore).

Il tasso reale all'emissione del titolo verrà fissato e comunicato il 4 novembre. Si tratta di un titolo rivolto prevalentemente all'investitore retail: l’indicizzazione all'indice Istat operai e impiegati garantisce una buona protezione dall'inflazione, la protezione dall'inflazione è liquidata periodicamente e non tutta a scadenza e il Tesoro offre un premio fedeltà pari allo 0,4% a quanti (persone fisiche) acquisteranno il titolo detenendolo fino a scadenza.


Ma il mercato è sensibile al pericolo di futura inflazione? A giudicare dal livello attuale dei rendimenti non si direbbe. Ma andiamo con ordine. Per avere una possibile indicazione sul livello intorno al quale si attesterà il rendimento reale all'emissione del nuovo Btp Italia basta dare un’occhiata ai titoli analoghi emessi in precedenza.

Il Btp Italia che scade nell’aprile 2017, per esempio, presenta oggi un rendimento pari al 2,1%. C’è da attendersi che un analogo livello sarà raggiunto dal nuovo Btp Italia di novembre. A proposito di questo livello vale la pena di fare qualche considerazione. In primo luogo il Btp Italia aprile 2017 probabilmente sta un po’ soffrendo della futura concorrenza del nuovo titolo in emissione. Non è da escludere infatti che, in vista della nuova offerta, alcuni investitori (anche istituzionali) abbiano provveduto a creare spazio nei propri portafogli vendendo il titolo precedente.

Ma, anche tenendo conto di questo possibile elemento, il livello del rendimento reale che è possibile ottenere con questo tipo di investimento è sorprendentemente elevato. A titolo di paragone il Btp a tasso fisso nominale (il Btp tradizionale, quindi, senza integrazione per l’inflazione) con scadenza analoga (maggio 2017) offre un rendimento nominale a scadenza che non supera il 2,4%. Il differenziale tra rendimento del Btp Italia aprile 2017 e del suo omologo a tasso fisso si è gradualmente ridotto negli ultimi 6 mesi passando da poco meno di un punto in giugno al livello attuale di 0,35%. Quindi per avere la protezione dall’inflazione nei prossimi 3 anni e mezzo il mercato è disposto a rinunciare a non più di 35 basis points. Si tratta di un risultato abbastanza sorprendente per un Paese che negli ultimi 20 anni ha registrato una inflazione media annua pari a 2,5% , maggiore di circa mezzo punto rispetto all’inflazione media dell’area euro.

2 commenti:

  1. La prima cedola del BTP Italia che scade nell’aprile 2017 (come ho visto dall’accredito sul mio c/c con valuta 22 ottobre), ha avuto un tasso lordo annuo del 3,71 %. Non capisco quindi perché Lei dica che il rendimento sarebbe oggi (al 28 ottobre?) pari al 2,1 %.

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  2. Perché la cedola non è il rendimento e perché si fa riferimento solo al rendimento reale, escluso il tasso di inflazione. Si sta cercando di prevedere il tasso reale (cedola senza inflazione) del nuovo Btp sulla base del rendimento reale dell'ultimo emesso.

    Se qualche giorno fa si acquistava il Btp Italia sul mercato, il rendimento reale (visto che il titolo quotava sopra cento) era appunto 2,1. Su queste basi ci si può attendere un tasso reale della cedola del nuovo BtpIt del 2,1%. Questo almeno sulla base delle quotazioni di qualche giorno fa.

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