Chi si aspettava un debutto a Wall Street in negativo è stato clamorosamente smentito. Nonostante multipli e un’euforia irrazionale che non si vedeva dai tempi della New Economy, Twitter ha infatti debuttato ieri sul Nyse nel migliore dei modi, mettendo a segno un balzo del 72% a 44,7 dollari dai 26 dollari fissati mercoledì notte in sede di ipo, prezzo tra l’altro alzato due volte rispetto alla forchetta di 17- 20 dollari stimata pochi giorni fa. Ancora una volta molti operatori hanno visto dietro questa decisione lo zampino di Goldman Sachs, la banca d’affari statunitense che ha svolto, come nel caso di Facebook, un ruolo da protagonista in tutta l’operazione, portando a casa oltre 20 milioni di dollari di sole commissioni.
Il prezzo di 26 dollari fissato per l’ipo portava infatti la capitalizzazione di Twitter a superare i 14 miliardi di dollari, che arrivavano addirittura a 18 considerando anche le opzioni. Un valore che equivale a un multiplo di 12,2 volte i ricavi stimati per il prossimo anno, che supera quindi i parametri già di per sé elevatissimi con cui aveva debuttato Facebook. Solitamente, infatti, il prezzo di un’azione viene parametrato a un multiplo dei ricavi operativi, e non al fatturato, proprio per tenere conto della redditività della società. Operazione impossibile per Twitter, dal momento che la società non si è mai neanche avvicinata al pareggio operativo, ampliando anzi il rosso proprio per tentare di accelerare la crescita del fatturato in vista dello sbarco a Wall Street.
La società guidata da Dick Costolo ha infatti chiuso l’ultimo trimestre con una perdita di 64,6 milioni di dollari, decisamente superiore rispetto al rosso di 21,6 milioni del periodo equivalente dello scorso anno, mentre il raggiungimento della profittabilità non è previsto prima del 2015. Se si applicassero gli stessi multipli di Twitter a una società come Google, la capitalizzazione del colosso di Mountain View passerebbe dagli attuali 340 a 700 miliardi di dollari, mentre Amazon, nonostante la forte focalizzazione sulla crescita a scapito della profittabilità, passerebbe da 163 a 843 miliardi.
Numeri che rendono bene il notevole rischio insito in Twitter, i cui propositi di moderazione sono venuti meno proprio alla vigilia della quotazione, complici una domanda pari a 30 volte l’offerta e il pressing di banche d’affari e investitori della prima ora. La prima trimestrale di Twitter, infatti, potrebbe portare, come nel caso di Facebook, a una maggiore razionalità nell’analisi e a un conseguente brusco ridimensionamento del valore della società. Società come Pinterest, Whatsapp e WeChat, forti di centinaia di milioni di utenti a fronte di conti non troppo dissimili da quelli di Twitter, potrebbero presto bussare alle porte di Wall Street, ampliando il rischio di creare una nuova bolla web.
Come investire in Twitter sia al rialzo che al ribasso?
Acquistare le azioni Twitter presenta diversi problemi. Anzitutto i costi di negoziazione sulla Borsa americana sono alti, più alti di quelle della Borse italiane e europee. In seconda battuta c’è il problema della duplice tassazione che fa salire la ritenuta fiscale al 32% (e occorre compilare il modulo w8-ben con cui si dichiara la residenza fiscale fuori dagli Stati Uniti).Un’ottima alternativa sono i CFD, prodotti derivati tramite cui si può puntare sia la rialzo che al ribasso della azioni Twitter. Puoi acquistarli per esempio tramite Plus500, intermediario inglese autorizzato dalla Consob ad operare anche in Italia. Offre un bonus di benvenuto di 25 dollari anche senza effettuare un deposito, solo per testare il conto reale. Infine propone un generoso bonus di benvenuto fino a 3.000 dollari in base al deposito effettuato. In questa pagina vedi tutte le spiegazioni su come funzionano i bonus.
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