Per quanto riguarda il 2016 andrebbero analizzate le variabili che influenzano in maggior misura l’andamento dei prezzi. In primo luogo la crescita salariale, funzione dell’andamento del mercato del lavoro che ha assunto stadi molto differenti tra il pieno impiego dell’economia Usa e l’elevata disoccupazione nella zona Euro. giustificando la divergenza tra i rispettivi tassi di riferimento. In secondo luogo l’andamento dei prezzi delle materie prime ed in particolare dei prodotti petroliferi, soggetti a variabili geopolitiche ed al confronto tra domanda ed offerta internazionali. Inoltre l’andamento dei rispettivi tassi di cambio, che può favorire la diffusione di tensioni sui prezzi interni, e delle componenti della domanda, sia i consumi legati alle attese sul reddito, che gli investimenti funzione delle aspettative sul livello dell’attività imprenditoriale, oltre che alle eventuali misure globali o specifiche di politica economica.
Le variabili influenti sul livello dei prezzi sono quindi molteplici e complesse. È certo che a causa degli effetti statistici di base, pur se in un quadro inflazionistico ancora moderato, l’anno prossimo si verificherà un incremento generale dei prezzi al consumo, che appare comunque già nel mercato. Lo scenario più favorevole ai titoli indicizzati è normalmente rappresentato da una crescita economica caratterizzata da prezzi in aumento. L’attuale debolezza della congiuntura e l’espansione monetaria quantitativa concentrata sui titoli convenzionali hanno quindi penalizzato il comparto degli index-linked, determinando un’interessante opportunità d’investimento in un ottica sia speculativa che di medio-lungo termine, ovvero per un orizzonte dove la stabilità dei prezzi è tutt’altro che garantita.
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