Piazza Affari si è risollevata. E questa volta il merito è delle banche. Dalla vigilia del voto sul presidente della Repubblica ad oggi l’indice Ftse Mib ha fatto un balzo dell’8-9% portando il guadagno da inizio anno al 2,4% in linea con le principali Borse europee. Un movimento che è andato di pari passo con il progressivo diradarsi delle nubi sul futuro del governo e con il calo dei tassi di interesse.
A trarre i maggiori benefici sono state le banche italiane che pesano parecchio sugli indici del listino e che hanno dato la spinta decisiva al rialzo. Il rendimento del Btp a 10 anni è sceso al 4,11% e lo spread Btp/Bund si è ridotto sino a quota 267, un livello che non toccava dal 2 febbraio scorso. «Con i rendimenti in calo — spiega Mauro Vicini direttore di Websim.it—i Btp acquistano valore nei portafogli di banche e assicurazioni, i grandi possessori di titoli di Stato italiani. In assoluto l’istituto che possiede più titoli di Stato domestici è Intesa Sanpaolo, con 57 miliardi di euro, seguita da Unicredit con 39,2 miliardi».