mercoledì 11 febbraio 2015

Investire nel 2015–i paesi emergenti

Le opportunità di investimento a livello mondiale non mancano, vista la facilità di replica dei sottostanti azionari. Fotografando la situazione tecnica dei principali benchmark azionari replicabili, l’area asiatica sembra essere la più promettente, ma anche tra i listini occidentali alcuni situazioni sono promettenti. In ambito asiatico, tutto ciò che ruota attorno al contesto cinese continua a evidenziare un eccezionale momentum.

La volata degli ultimi mesi ha infatti permesso a tutti gli indicatori lagging, di tendenza, di girarsi inequivocabilmente al rialzo, e nemmeno l’attuale ipercomprato sembra spaventare gli operatori. Guardando solamente agli indici del mercato cinese interno, come il Csi300 o Msci China A, si nota che i livelli dell’indice non sono lontani dai massimi relativi del 2009. In caso di superamento di tali soglie si avrebbe un ulteriore segnale di forza, in grado di attirar ulteriori capitali anche per via della sempre maggiore rappresentatività a livello mondiale di questo mercato. La volatilità elevatissima deve ovviamente portare a un peso in portafoglio non eccessivo per questo sottostante.

Anche la piazza di Hong Kong rimane però ben impostata, con un pattern di crescita più sostenibile e meno speculativo sotto il profilo tecnico. Probabile un nuovo test verso 25.500 punti, anche se il legame con le oscillazioni di Wall Street è più evidente. Un eventuale storno verso 23.000 punti sembra tuttora una buona occasione per entrare sulla debolezza. In termini di strumenti di investimento, un mix automatico tra i due benchmark sopra indicati (che porta a minor volatilità) è effettuato da ciò che viene denominato area Greater China, che comprende appunto Cina interna, Hong Kong e Taiwan.

Un altro colosso che rimane molto ben impostato è l’India. La banca centrale ha limato in settimana i tassi di interesse, ma il mercato ha interpretato positivamente tale azione, con la divisa stabile e l’azionario in gran volata. Gli indici locali sembrano quindi avere la strada aperta per tentare un nuovo test dei massimi storici, dopo le prese di profitto osservate a fine anno. Tra i mercati minori meglio impostati in tale area si possono segnalare poi la Thailandia, l’Indonesia e le Filippine.

Una storia differente ma sempre interessante è il Giappone. Nonostante l’economia stenti a ripartire, l’indice Topix sembra tutt’oggi puntare ai recenti massimi, con possibilità di breakout al rialzo. Un storno in area 1.320-1.340 fornirebbe la migliore opportunità per entrare a coloro che sino ad oggi hanno perso questo treno, con spazi di crescita verso 1.500 punti prima e 1.570 in un secondo momento. Avvicinandosi all’area europea, la Turchia rimane una buona chance ad alta volatilità. In termini di tasso di cambio stiamo osservando un percorso di recupero della lira turca rispetto all’euro, che potrebbe ulteriormente proseguire: il recente cedimento di 2.75 lire ha permesso di raggiungere velocemente 2,65 lire, e sul medio termine il successivo obiettivo si colloca in prossimità di 2,55-2,57 lire.

Il sottostante azionario rimane peraltro molto tonico, ed è plausibile attendersi il tentativo di apertura di nuovi massimi storici. All’interno del panorama europeo, rimangono molto ben impostati il Dax tedesco, l’azionario di Stoccolma (Svezia) e i benchmark immobiliari (Ftse Epra/Nareit). Il benchmark tedesco mantiene una eccezionale forza relativa, e potrebbe presto tentare un nuovo breakout del livello psicologico 10.000 punti. Forse meno interessante l’azionario Usa globale, che ha si dalla sua parte la solidità dell’economia ma anche una imminente inversione al rialzo dei tassi di interesse.

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