giovedì 24 marzo 2016

Cosa sapere prima di investire

Una bussola per valutare al meglio le aziende sulle quali puntare Sono tante le variabili da tenere in considerazione prima di decidere su quali azioni investire (si veda anche l’articolo in alto), ma una lo è probabilmente più delle altre: il rapporto tra quanto debito netto hanno le aziende per ogni dollaro di patrimonio netto. «Alla fine degli anni ’80 – ricorda Giampaolo Galiazzo di Tiche Srl di Treviso - per ogni dollaro di patrimonio vi era circa mezzo dollaro di indebitamento.
Dagli anni 90 fino al 2008 la quota di debito è salita in tutte le aziende del mondo fino a toccare quasi 1,5. Da otto anni a questa parte il mondo è cambiato, riducendo così il peso del debito rispetto all’equity riportandolo a 0,7. Nello scegliere un titolo su cui investire – continua il consulente indipendente - il risparmiatore deve assicurarsi che l’azienda sia in linea con la direzione del “mondo”, mantenendo un rapporto tra debito e capitale inferiore a 0,75. E purtroppo non sono molte al momento le aziende italiane che rispettano questo primo “filtro”».

Non solo. Bisogna guardare anche al Roe (la redditività dell’azienda) che dovrebbe superare quella media di mercato che attualmente in Europa è dell’8,9% e, conclude Galiazzo, «al rapporto prezzo\utile (p\e), occorre cioè misurare l’utile dell’azione che vorrei/potrei acquistare rapportato al prezzo che pago per ottenerla». Questi (e altri) valori si trovano nella sezione «Indici e numeri» di Plus24. Il rendimento che si ottiene dal p\e (per le azioni europee è attualmente al 6,1%) lo si deve poi confrontare con quello che si otterrebbe per esempio con un BTp decennale o il Bund (il titolo tedesco è a circa 0,18%). «Si può quindi contare su un consistente potenziale sovrarendimento – conclude Galiazzo - a fronte del maggiore rischio che ci si assume investendo in azioni anziché in titoli di Stato».

Questi “accorgimenti”, accompagnati da una sana diversificazione e dalla consapevolezza che questo tipo di investimento va monitorato e misurato su tempi lunghi (meglio con l’aiuto di un consulente finanziario senza conflitti di interesse) potrebbero essere l’antidoto ai momenti di panico provati - soprattutto dai piccoli risparmiatori - nelle ultime settimane.

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