mercoledì 7 gennaio 2015

Su quali obbligazioni investire nel 2015

BOND GOVERNATIVI

Obbligazioni miglioriNonostante la volatilità presente sul mercato, i bond dell’Area euro si sono contraddistinti per un andamento sostanzialmente in rialzo ed hanno portato a contrazioni anche significative dello spread nei confronti della Germania in quasi tutti i Periferici. L’attenzione degli investitori sul comparto obbligazionario si è focalizzata sulla riunione del Consiglio direttivo della Bce.


Ne è scaturito un clima di maggiore distensione, alla luce del messaggio dell’Autorità in merito all’intenzione di espandere il proprio bilancio ed all’apertura circa la futura adozione di nuove misure non standard, qualora necessario, per ripristinare il corretto funzionamento dei meccanismi di trasmissione degli impulsi di politica monetaria, nonché sostenere la ripresa e favorire il ritorno dell’inflazione su livelli coerenti con gli obiettivi dell’Istituto centrale.

A beneficare di tale contesto sono stati anche i governativi tedeschi che hanno evidenziato la sola flessione sul breve termine e corsi in rialzo su tutte le scadenze medie e lunghe. Sul fronte macro in relazione all’Eurozona, non vi sono stati dati significativi tali da indirizzare il mercato. Per quanto concerne l’obbligazionario Usa, si rileva il medesimo andamento con la sola lieve discesa del breve termine. Le contrattazioni di inizio mese hanno risentito anche delle mosse di politica monetaria della Fed che, oltre a confermare il termine del programma di acquisto di asset (quantitative easing) ha diffuso una certa fiducia sui mercati confermando il consolidamento della ripresa americana. La Banca centrale Usa ha minimizzato i rischi derivanti dalla volatilità dei mercati circa la minore crescita europea e dalla prospettiva che non possa continuare la bassa inflazione. La maggiore propensione al rischio si è invece, generata dopo gli interventi della Bank of China e della Bce.

BOND PERIFERICI

La ventata di ottimismo che ha pervaso i mercati ha generato un rialzo dei bond dell’Area euro supportata sia dalle dichiarazioni di Draghi sia dal nuovo intervento della Bank of China. La Bce, secondo il Governatore sarebbe pronta ad agire il più velocemente possibile per contrastare la bassa inflazione ampliando ancora di più i canali di intervento. L’Autorità cinese ha, invece, tagliato per la prima volta da oltre due anni, i tassi sui depositi di 25 punti base e quello sui prestiti di 40 basis points. Tali interventi hanno sostenuto attese di una ulteriore immissione di liquidità nel sistema con maggiori pressioni ribassiste sui potrebbe incidere negativamente sulla crescita e sulla riduzione del debito. Sul fronte greco, si evidenzia la conferma del rating “B” con outlook stabile da parte di Fitch che ha collocato Atene sulla strada del raggiungimento degli obiettivi nel 2014 e con un’economia in crescita.

BOND PAESI EMERGENTI

Prosegue il trend positivo rispetto alle medie mobili fino a sei mesi dell’indice Embi+, spinto da entrambe le componenti. Il lieve ribasso dei rendimenti statunitensi è stato generato da diversi fattori.

La maggiore propensione al rischio dopo gli interventi delle Banche centrali cinese ed europea hanno riportato i mercati verso asset più rischiosi. All’inizio del mese aveva, comunque, prevalso la cautela dopo i risultati elettorali che hanno visto la sconfitta dei democratici a vantaggio dei repubblicani. Sul fronte macro il deficit della bilancia commerciale americana si è allargato e tale fattore potrebbe rallentare la crescita prevista per il 2014 spingendo in tal modo la Fed a temporeggiare prima di un effettivo rialzo dei tassi previsto per il 2015. Prevale, comunque, l’incertezza sul timing delle mosse della Fed anche in considerazione delle dichiarazioni discordanti dei membri del Board.

Tali fattori hanno fatto desistere il mercato dall’acquisto di debito pubblico delle Aree Emergenti con il movimento che si è accentuato anche a causa del peso relativo all’apprezzamento del dollaro statunitense, che ha reso più difficile l’attività di esportazione delle materie prime, principale fonte di ricchezza interna. In particolare, il calo dei prezzi del petrolio e il rublo, valuta di scambio per il greggio russo, ai suoi minimi hanno peggiorato la situazione. La recente discesa dell’oro nero e di altre materie prime ha pesato principalmente su Russia, Venezuela. In tale ottica, determinante sarà l’esito della prossima riunione dell’OPEC prevista per fine novembre.

TASSI

Modesti ribassi si sono registrati per i tassi Euribor che proseguono, comunque, nel trend negativo che perdura ormai da oltre un anno. Dopo il forte calo avvenuto in seguito alle decisioni del Consiglio direttivo della Bce d’inizio settembre prosegue l’andamento sostanzialmente piatto iniziato da metà settembre. Permane ancora in discesa il movimento che ha interessato i saggi swap, che hanno proseguito, seppur con minore intensità nelle scadenze brevi, l’andamento negativo confermando, invece, le contrazioni più significative in quelle più lunghe. La flessione si amplia nel caso si consideri l’arco temporale dei 15-20 anni.

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