domenica 14 maggio 2017

Conviene il Nuovo Btp Italia maggio 2017

Perché sottoscrivere il nuovo Btp Italia che sarà in asta tra il 15 e il 18 maggio prossimo? Oppure perché, allargando l’orizzonte, investire di più in questa tipologia di strumenti che ha come parametro di riferimento l’inflazione italiana o di area euro?

Dopo anni tormentati in cui i mercati finanziari sono stati caratterizzati da rendimenti di segno negativo, causati da bassa crescita economica, la prospettiva sta cambiando. Anche nei Paesi in maggiore difficoltà, tra cui l’Italia, si rilevano i primi passi verso una normalità che si credeva smarrita. L’inflazione torna a dare segnali di vita sia in Italia e soprattutto in area euro. Anche se bisogna specificare che non si tratta di aumento del costo della vita legato a un miglioramento dei salari, ma piuttosto al caro carburante. Un miglioramento a metà, insomma.

Le caratteristiche 


La tempistica con cui il Dipartimento del Tesoro propone la nuova emissione di Btp Italia sembra quindi perfetta e, com’è già accaduto in altre occasioni, potrebbe portare una richiesta elevata da parte degli investitori. Il Btp Italia non è un surrogato del Btp indicizzato all’inflazione d’area euro. L’emissione interna ha infatti caratteristiche differenti, con l’obiettivo di integrare ogni sei mesi il flusso cedolare stabilito all’atto del collocamento. Grazie al recupero dell’inflazione maturata negli ultimi sei mesi, infatti, l’accredito della cedola sarà affiancato da un «premio» ulteriore calcolato sulla dinamica positiva del costo della vita. Un valore che, appunto, negli ultimi mesi era sparito, perché l’inflazione, in alcuni casi, aveva segnato valori negativi.

Ora, da un lato l’aumento del prezzo dell’energia e dall’altro di una piccola crescita della propensione ai consumi, fanno sì che il tasso d’inflazione italiano rialzi la testa. A beneficio soprattutto di chi ha investito in passato nei Btp indicizzati all’inflazione del nostro Paese. Poiché il divenire dell’inflazione non viene accumulato, ma restituito agli investitori ogni sei mesi, il prezzo del Btp Italia e il controvalore che effettivamente si troverà nella nota informativa non divergeranno tantissimo.
Che è quel che accade, invece, quando la stessa nota informativa fa riferimento ai Btp indicizzati all’inflazione d’area euro. In questo caso, infatti, in parte per la data di emissione non recente e in parte per la dinamica inflazionistica che in area euro è salita più rapidamente che in Italia, l’indicizzazione maturata assume valori tali da far sì che il prezzo di mercato divergerà sensibilmente dal controvalore che verrà pagato dall’investitore.

Esempi 

Ad esempio, il BTP 2,35% scadenza 15 settembre 2019, collocato nel 2008 e con parametro di riferimento l’inflazione d’area euro, a fronte di un prezzo di mercato di 107,53 assumerà un controvalore di 119,81, determinato dal prodotto del prezzo di mercato stesso per il coefficiente d’indicizzazione maturato nel corso degli anni. Gli analoghi scostamenti che evidenzia il Btp Italia possono toccare un valore massimo di due o tre punti, nei momenti in cui il tasso d’inflazione dovesse aumentare sensibilmente.

Se i rendimenti di mercato dovessero aumentare, com’è nelle previsioni degli analisti, l’integrazione del flusso cedolare farà sì che la quotazione del Btp Italia diminuisca in misura meno evidente di quanto potrebbe accadere per Btp classici con analoga durata. Una strategia da valutare con attenzione, per diversificare il portafoglio e per giocare in difesa.

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