lunedì 11 marzo 2013

Investire in azioni USA

La borsa americana è salita per 483 giorni consecutivi senza mai subire una correzione di almeno il 10%. Si tratta del decimo rialzo più longevo di tutta la storia di Wall Street. Anche per questo qualcuno inizia a scommettere su una correzione.
investire-azioni-americaneDice Dennis Gartman, un gestore di fondi molto ascoltato a New York: «Abbiamo alleggerito un po’ le posizioni sull’S&P 500 in risposta al dato uscito questa settimana secondo cui il pil americano è sceso dello 0.1% nel quarto trimestre. Ma è una manovra di breve termine. Intendiamo ricomprare ciò che abbiamo venduto nel giro di una settimana o due». Insomma, se ci sarà una correzione, potrebbe essere più un’opportunità di acquisto che un motivo di vendita.

«Sono d’accordo», dice Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partners. «Non parlerei neppure di correzione, quanto piuttosto di un percorso di consolidamento, dettato dalla circostanza che anche le borse europee sono salite senza sosta dal mese di luglio». Quando un atleta corre a perdifiato per chilometri e chilometri avrà ben il diritto di fermarsi a respirare. E il dato sorprendente sul pil Usa (gli analisti prev e d e v a n o una crescita dell’1%) sembra proprio l’ideale o c c a s i o n e per prendere fiato.

I pessimisti fanno notare che negli ultimi 50 anni solo in un caso (era il 1977) l’economia Usa ha registrato un trimestre negativo senza poi scivolare in una recessione più duratura; gli ottimisti ribattono che il trimestre è andato tutto sommato benino e che il dato è negativo principalmente per una forte discesa delle scorte e delle spese militari.

Invece l’economia privata è aumentata con vigore, sotto la spinta dei consumi, dell’edilizia e degli investimenti. Jeremi Siegel, professore di finanza alla prestigiosa Wharton School di Filadelfia, sottolinea come «nonostante il trimestre negativo, circa il 70% delle società americane ha battuto le stime sugli utili.

Figuriamoci cosa accadrà nel 2013 quando l’economia tornerà a crescere con un tasso del 2 o del 3%». In realtà le correzioni di borsa in molti casi hanno poca attinenza con la situazione macro e si materializzano dopo un apice di ottimismo, semplicemente perché i compratori intascano una parte dei profitti accumulati e si prendono una pausa di riflessione. E di ottimismo se n’è visto parecchio negli ultimi tempi.

Secondo la società di consulenza Ned Davis Research, «i fondi azionari hanno registrato afflussi record nelle ultime due settimane, rispecchiando la crescente fiducia dei piccoli risparmiatori». Inoltre, l’S&P 500 è ad appena il 4% dal picco assoluto stabilito il 9 ottobre 2007 a 1565. «Per questo», dice il team di Gavekal Research, «non ci sarebbe nulla di strano se l’indice oscillasse per un po’, prima di attaccare e oltrepassare quel primato storico».

«A ogni modo, il trend di lungo termine sembra saldamente orientato al rialzo», sostiene l’influente analista Ed Yardeni. «Quando la borsa inizia a salire, nessuno crede al rialzo; e quando invece la borsa è pronta per il crollo, il pubblico si abbandona all’euforia». Ma questa euforia non si è ancora materializzata. Anzi.

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