venerdì 19 febbraio 2016

L'Argentina rimborsa i tango bond? Cosa prevede l'accordo

Il 2 febbraio è stato annunciato un accordo tra la TfArgentina (l’ente di emanazione bancaria che segue i tangobondisti) e il nuovo Governo di Buenos Aires di Macri. Il neopresidente sembra più incline dei precedenti a seguire i mercati. È una sostanziale novità nella politica del Paese dopo molti anni di Kirchnerismo (dal cognome dei due presidenti, marito e moglie che hanno preceduto Macri) e una forte rottura con la politica tenuta fin qui dal Paese.


 Cosa prevede l’accordo? A fronte di una richiesta di circa 2,5 miliardi di dollari da parte della TfArgentina riguardanti circa 900 milioni di dollari di bond argentini in mano a 50.000 creditori italiani (capitale più interessi), l’Argentina si impegna a pagare il 150 % del valore dei bond (ossia 1,35 miliardi di dollari) e la TfArgentina a non chiedere altri soldi. La proposta deve essere approvata dalla TfArgentina e, a marzo, dal Parlamento di Buenos Aires.

È una buona proposta? Non piacerà certo ai duri e puri che volevano tutti gli interessi, ma dopo 14 anni dal crack è quantomeno realistica e consente ai tangobondisti di uscire con un piccolo guadagno. Unico problema è che al momento l’Argentina non si è ancora accordata con gli altri creditori (i cosiddetti “fondi avvoltoio” che han comprato i bond argentini a prezzi stracciati), anche se è in trattativa. Non sono esclusi altri colpi di scena.

Per questo siamo così prudenti. Se non hai partecipato alle ristrutturazioni del debito argentino che si sono già tenute e hai ancora bond argentini (quelli originali) dovrebbe venirti chiesto l’assenso all’accordo. Sembrerebbe un’occasione per farla finita e una soluzione conveniente. Attendiamo, comunque, di capire bene come vanno avanti le trattative con i fondi avvoltoio e di capire quale documentazione ti verrà chiesto di firmare. Se, invece, hai già partecipato alle ristrutturazioni precedenti l’iniziativa non ti riguarda.

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