venerdì 5 febbraio 2016

Puntare al ribasso della borsa Usa

Il segnale ribassista arrivato sui mercati internazionali non ha stupito quasi nessuno, visto che tecnicamente molti indicatori erano posizionati al ribasso sul mercato Usa da diverse settimane. Il via libera al selloff è arrivato dall’abbandono dell’evidente supporto in prossimità del doppio minimo a 1.870 punti, che come sempre ha innescato la tipica ondata di vendite in chiave speculativa (non dimentichiamo che circa il 70% del mercato Usa è mosso da sistemi automatici).


Considerando l’Rsi su base giornaliera a contatto dei 30 punti si può attendere un rimbalzo di brevissimo, ma lo stesso indicatore su base settimanale rimane impostato negativamente e chiama nuovi tentativi di breakout al ribasso. Si ribadisce quindi che lo short su rimbalzo può essere una strategia vincente, visto che la volatilità sta salendo. Con il risultato che i target ribassisti vengono raggiunti molto velocemente. Per l’indice si rileva oggi una fortissima resistenza in area 1.930-1.950 punti, su cui si potrebbero impostare short sullo stesso mercato o su alcuni titoli.

Gli obiettivi ribassisti per l’indice si collocano nel medio periodo, in prossimità di 1.750 punti prima e 1.550-1.600 punti successivamente, i massimi relativi del 2000 e del 2007 che dovrebbero offrire un notevole supporto ai prezzi. A livello di singoli titoli, alcuni temi appaiono interessanti, tenendo presente il trade-off rischio/rendimento rispetto allo short su un indice. Se infatti tramite lo short su un indice ho rendimenti attesi più bassi per via della minore volatilità, giocando al ribasso su un titolo incasso senza dubbio guadagni potenziali molto più alti, con lo rischio però di andare incontro a una perdita non indifferente nel caso di rialzo della quotazione.

Test molto delicato per il titolo Lexmark (settore tecnologia, beta di 1.46 e p/e di 8.1). I prezzi stanno rompendo al ribasso i minimi di inizio 2013, e graficamente si aprono margini di discesa verso l’aera 24,5-25 dollari. Difficile il recupero oltre 28 dollari, dove andrebbe collocato un stop. Parallelamente, AmerisourceBerger (settore farmaceutico, beta di 0.75 e p/e pari a 16) incassa la volatilità del comparto biotech e preme sui supporti di medio periodo più interessanti. Graficamente lo spartiacque si colloca a ridosso di 90 dollari, che non deve essere rotto al ribasso pena potenzialità di nuovo test verso i livelli di fine 2014, intorno a 80 dollari. Nel delicato comparto energetico si segnalano invece i titoli Apache e Mcdermott.

Il titolo Apache in particolare (che presenta oggi un beta di 1.32 e risulta quindi adatto a sfruttare un nuovo movimento al ribasso) ha ovviamente incassato il forte sell-off del comparto, ma strutturalmente resta ancora oggi male impostato. Negativo il mancato ritorno oltre 38 dollari, con nuovo probabile sell-off sotto 34 dollari e target successivo verso 30 dollari circa. Nel settore telefonico spicca Century Link (beta di 1,05 e p/e pari a 9,1) con possibilità di test sui supporti verso l’area 21-22 dollari, mentre Crocs (settore retail, beta di 0,94) ha da poco generato un chiaro segnale short, abbandonando i minimi costruiti a fatica negli ultimi sei anni.

In caso di mancato recupero in tempi rapidi di 9,5 dollari si aprono possibilità di discesa verso l’ampia area 5-5,5 dollari nel medio periodo. Delicato test per Exelon (settore utilities, beta di 0.64 e P/e pari a 10.9), che nel breve periodo dovrebbe ritestare i recenti minimi relativi a 25 dollari, sotto cui si innescherebbe una nuova miccia con obiettivo potenziale nell’area 21-22 dollari. Infine si segnala il titolo Whole Foods (settore retail, beta di 0.71 e p/e pari a 19,2) che tornerebbe molto interessante in chiave ribassista al cedimento di 28,5 dollari, con obiettivo successivo verso il supporto a 26,5 dollari.

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