lunedì 22 febbraio 2016

Come guadagnare quando la Borsa scende. Tutte le occasioni

Sempre più strumenti per gestire i ribassi Le strategie di hedging hanno ovviamente dei costi da sostenere Dopo quasi sette anni al rialzo, Wall Street sembra essere entrata in un fase correttiva significativa. Anche in Europa le mosse della Bce e gli effetti del quantitative easing avevano illuso i risparmiatori su una tenuta prolungata delle Borse. Invece si evoca, per la prima volta dal 2012, il rischio di un’inversione e tornano di moda gli investimenti al ribasso. La strategia “short”, che consente di guadagnare quando i listini vanno in rosso, non è ancora entrata nell’uso comune del risparmiatore retail.

L’approccio istintivo è infatti quello di puntare ai rialzi di mercato. E dire che gli strumenti non mancano: c’è un’ampia offerta di Etf “short”, a leva e non, accessibili con somme minime, che guadagno quando i principali indici borsistici (Ftse Mib, Dax, S&P 500, etc) perdono terreno. La mossa vincente è ovviamente quella di cavalcare questi movimenti sul nascere. C’è poi la copertura del proprio portafoglio o di un investimento al rialzo.
Un primo approccio semplice può essere selezionare uno dei tanti investment certificates quotati a Milano che offrono la copertura del capitale anche in versione condizionata. Ma le modalità sono molteplici e spesso richiedono investitori esperti. «La strategia di copertura su un investimento azionario - commenta Marcello Rubiu, partner della società di consulenza Norisk - può essere molto utile, ma occorre sempre considerare che si tratta di un costo e che può richiedere impegno e competenze non sempre disponibili per l’investitore retail.

Le alternative, come combinare per esempio Etf e altri strumenti derivati, possono essere laborioso ed è necessario considerare attentamente i costi». L’abbinamento di un Etf con un’opzione put sull’indice sottostante consente di limitare le perdite, l’opzione può essere detenuta fino a scadenza ma deve avere una durata contenuta, in quanto questa variabile determina l’innalzamento del suo costo. «È importante sottolineare - continua Rubiu - come l’acquisto di un’opzione finanziaria sia esattamente come aderire a un contratto di assicurazione: si paga un premio per evitare sciagure future. In questo caso l’acquisto di una opzione è da evitare quando la volatilità si è innalzata, in quanto questa variabile tende ad aumentare il costo della copertura».

Le opzioni quotate sono tendenzialmente più economiche dei covered warrant (CW) quotati al Sedex, anche se quest’ultimi sono più semplici dei primi e quindi più maneggevoli. «Ipotizziamo - continua Rubiu - di investire su un Etf focalizzato sul Ftse Mib e, contestualmente, acquistare un CW put, con scadenza settembre, sul medesimo indice per un controvalore complessivo di 21.849 euro (ovviamente la simulazione può essere anche svolta con importi inferiori, ndr). La tabella a fianco mostra i vari risultati economici al modificarsi del prezzo del sottostante, con un calo dell’indice del 30%, un rialzo del 30% o una performance invariata.La tabella mostra come l’esito peggiore, con un Eft al 70% del valore iniziale, sia stato arginato a -8,48%, contro un calo del sottostante del 30%. Per recuperare il costo dell’opzione è necessario un rialzo del Ftse Mib superiore all’8%, al netto del dividendo incassato».

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