giovedì 25 febbraio 2016

Quando e come conviene riscattare la laurea per la pensione

Stiamo valutando per mio figlio, prossimo alla tesi in medicina, il riscatto della laurea. Ci sembra che sia possibile richiedere il riscatto esclusivamente all'Inps, da inoccupato per il minor costo, mentre dopo, con l'iscrizione all'ordine dei medici, si è automaticamente iscritti all'Enpam. Nel periodo di specializzazione i contribuiti sono versati dalla struttura ospedaliera presso la quale lo specializzando opera o sono a carico dell'interessato?

Chiediamo cortesemente maggiori delucidazioni in merito. «La fattispecie di riscatto più ricorrente è senz’altro quella che prevede il riscatto della laurea o di titoli ad essa equiparati, di dottorato, di diplomi universitari, e di corsi specializzazione», spiegano da Consultique.
La normativa prevede sia riscattabile solo il periodo al più corrispondente al corso legale (pertanto non vengono presi in considerazione gli anni “fuori corso”, ma il riscatto può riguardare anche solo dei singoli periodi) della laurea o di titoli ad essa equiparati che siano effettivamente stati conseguiti. A partire dal 1° gennaio 2008, il riscatto di laurea può essere chiesto anche da chi ancora non lavora e non è iscritto ad alcuna forma previdenziale. In questo caso, il contributo per ogni anno da riscattare è pari all’importo (rateizzabile fino a 120 rate senza interessi) derivante dall’applicazione dell’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche per i lavoratori dipendenti (33%) al minimale imponibile per artigiani e commercianti (15.548€ per il 2015).

Il contributo è fiscalmente deducibile dal richiedente, o detraibile dai familiari dai quali il soggetto risulta fiscalmente a carico nella misura del 19% dell’importo stesso. Il riscatto del periodo del corso legale di laurea (o anche di una sola parte) è considerato utile sia ai fini della pensione di anzianità e della pensione di vecchiaia sia ai fini della determinazione della misura della pensione. Al soggetto in questione, avendo iniziato il corso di laurea dopo il 1995 verrà applicato il cosiddetto metodo di calcolo contributivo.

Tale metodo di calcolo pensionistico commisura la pensione ai contributi effettivamente versati durante tutta la vita lavorativa: ogni anno, i contributi versati vengono rivalutati in base alla variazione media del Pil nominale dei cinque anni precedenti e cumulati fino a costituire il montante contributivo individuale. «Al momento del pensionamento, il montante contributivo verrà convertito in pensione attraverso un coefficiente di trasformazione la cui entità dipende dall’età del pensionamento», spiegano da Consultique.

0 commenti:

Posta un commento