domenica 10 febbraio 2013

Euro debole o crisi europea

previsioni-euroSe l’Europa non preme con decisione sul pedale dell’inflazione, non uscirà dalla spirale dell’austerity in cui si sta avvitando. Parola di Ernesto Preatoni, capo del gruppo turistico- alberghiero Domina.

Da buon imprenditore, Preatoni spesso annusa prima degli istituti di ricerca, costretti ad attendere i dati statistici e i sondaggi di opinione, dove gira il vento dell’economia.


Questo fiuto lo ha convinto a investire nell’immobiliare dei Paesi dell’Europa ex sovietica. Le sue attuali sensazioni sull’Eurozona non sono delle migliori. «Le politiche di consolidamento richieste dal Fiscal Compact uccidono il paziente. Pensiamo alla spending review; in Italia tagliare la spesa pubblica spesso vuol dire ridurre l’occupazione.

Alla fine i conti pubblici sembrano più solidi, ma intanto centinaia di persone sono finite a spasso deprimendo ulteriormente la domanda». Per Preatoni la soluzione è un tasso d’inflazione a due cifre. «Così si riduce il costo del lavoro senza licenziare, a meno di prevedere riduzioni di salario di pari entità, cosa socialmente inaccettabile».

L’inflazione ridurrebbe anche l’onere del debito pubblico. È la strategia della Federal Reserve e della Bank of Japan, le banche centrali di due Paesi tra i più indebitati del mondo. Il problema è che oggi l’Italia non può decidere da sola un aumento dei prezzi di tale entità. La domanda di beni di consumo è troppo depressa e l’euro forte impedisce il rincaro dei beni importati, come i prodotti energetici.

Sta alla Bce pilotare al ribasso la moneta unica, magari riducendo i tassi. Tuttavia Mario Draghi deve fare i conti con il tedesco Jens Weidmann, l’inflessibile paladino del rigore nel board di Eurotower. Che fare allora? Preatoni non ha dubbi. «L’alternativa è l’euro a due velocità». Cioè un euro dei Paesi più forti e uno di quelli periferici.

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