domenica 10 febbraio 2013

Perché Mussari presidente di ABI?

Ora che sono state rese note gran parte delle risultanze delle diverse ispezioni subite dal Monte dei Paschi di Siena ad opera della Banca d’Italia, appare evidente che la situazione critica della banca senese era stata individuata tempestivamente. Dunque la vigilanza è stata esercitata con competenza e correttezza, su questo Mario Draghi non ha nulla da rimproverarsi, e lo ha ribadito ancora recentemente, supportato da un analogo giudizio del Fondo monetario internazionale. Tutto bene allora? Sul piano formale, certo, su quello sostanziale un po’ meno.


Draghi ha ragione a sostenere che le sanzioni penali non spettano alla Banca d’Italia, che ha fornito alla magistratura i dati necessari per un’inchiesta giudiziaria. Resta il fatto, però, che Giuseppe Mussari, già presidente della fondazione e poi della banca senese, è stato eletto presidente dell’associazione bancaria il 15 luglio del 2010 con voto unanime dei banchieri di tutta Italia.

È ragionevole pensare che a questo risultato si sarebbe potuti arrivare senza un tacito assenso della Banca d’Italia? Naturalmente nessuno consulta ufficialmente la banca centrale su queste scelte, ma bisogna vivere nel mondo dei sogni per credere che non esistano canali o sistemi attraverso i quali il maggiore o minore gradimento per le candidature può filtrare e in effetti influenza poi le decisioni.

Probabilmente alla Banca d’Italia ha prevalso la preoccupazione per evitare sconquassi nel mercato, in una fase già segnata dall’impazzimento degli spread, forse persino l’avvicendamento «morbido» alla testa della banca senese appariva una soluzione meno traumatica di un cambio radicale legato all’emergere delle pur colossali partite debitore occultate. Oltre alle preoccupazioni istituzionali per la stabilità del sistema finanziario, possono avere agito anche preoccupazioni di natura politica?

Draghi pensa che questa sia solo un’insinuazione dilatata dal clima di campagna elettorale, il che può valere per quel che riguarda le accuse sostanzialmente infondate di mancata vigilanza rivolte alla Banca centrale, che qualche procura in cerca di visibilità ha preso per buone. Sull’altro versante, che non ha carattere giudiziario, quello della strana «indifferenza» per la scelta del presidente dei banchieri, la domanda resta inevasa.

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