I contribuenti con depositi presso la Banca di Cipro e la Laiki superiori a 100 mila euro sconteranno una aliquota del 30% che, forse, salirà addirittura al 40%, e la conversione ex lege del resto dei depositi in azioni e obbligazioni della stessa banca.
Quindi di fatto i depositi non hanno più alcuna liquidità fatta salva la prima tranche fino a 100 mila euro. Per le altre banche dell’isola l’aliquota una tantum sarà più contenuta, il 4%, prelievo che scatta sempre una volta superata la soglia dei 100 mila euro di deposito.
Ovviamente verrà sostenuto che al di sotto dei 100 mila euro, essendo i depositi garantiti dalla Bce, non è razionale applicare un’imposta che sarebbe una sorta di partita di giro, mentre il prelievo una tantum al di sopra si giustifica per l’eccezionalità del momento e le aliquote diverse tra le varie banche si spiegano perché la qualità degli attivi era non comparabile.
Per la prima volta in Europa viene sancita la violabilità dei depositi bancari. Ma a pagare saranno anche gli azionisti e gli obbligazionisti (anche i detentori di obbligazioni ordinarie, non solo quelle subordinate) delle banche.
Dopo la caduta del tabù sui titoli di Stato (Grecia) e sulle obbligazioni subordinate (Irlanda e il caso della banca SSN Olandese) cade quindi anche quello delle obbligazioni corporate ordinarie e soprattutto dei conti correnti bancari.
Mai come ora è indispensabile diversificare i propri investimenti, operando anche in mercati extra-europei, investendo in oro, e aprendo un conto di sicurezza in Svizzera.
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