mercoledì 20 maggio 2015

Come mai l’Europa è in deflazione?

Per deflazione si intende un calo generale dei prezzi, dove la parola più importante è “generale”. La flessione di un prezzo importante come quello del petrolio, che trascina con sé molti altri, può sì far scendere l’indice di inflazione, e la variazione diventa negativa, ma questo non significa che un’economia sia in deflazione. Può generare deflazione una limitata offerta di moneta, inferiore alla domanda, una crisi economica - che nelle primissime fasi, però, tende a far aumentare i prezzi - o anche forti miglioramenti nell’offerta: innovazioni tecnologiche, apertura dei mercati, aumento della concorrenza.

La mappa evidenzia l’inflazione nel 2014 (in %) nel mondo. Il rosso indica l’inflazione. Il giallo la bassa inflazione o la deflazione. Il verde la situazione migliore: un tasso tra l'1,5% e il 2%. È buona quando migliorano i prodotti e i mercati La deflazione “buona” è un fenomeno piuttosto raro, ed è legato a estesi miglioramenti nell’offerta dei prodotti e dei servizi. Un salto nell’innovazione tecnologica che permetta di abbassare i costi, come il computer, o di confrontare meglio i prezzi come internet, è una situazione classica in cui si crea una pressione al ribasso dei prezzi. Anche l’abbassamento di dazi e tariffe ha un effetto simile: l’ingresso della Cina nell’Organizzazione mondiale nel commercio ha inondato i mercati occidentali di prodotti a basso costo (ma ha anche esercitato pressioni al ribasso su salari e stipendi, di per sé difficilmente comprimibili).

Un’altra ipotesi è questa: l’adozione di nuove regole che favoriscano la concorrenza e riducano le rendite di posizioni e le posizioni di”monopolio” può creare pressioni sui prezzi. La lista mostra però che anche la deflazione buona può generare effetti negativi: tecnologia, globalizzazione e concorrenza possono per esempio ridurre la domanda per alcune categorie di lavoratori. È cattiva quando l’economia si imballa La deflazione è quasi sempre “cattiva”.

Come l’inflazione è un fenomeno monetario - la domanda di moneta è più alta dell’offerta - e l’attività economica rallenta. Si accompagna spesso, quindi, alla recessione. Un calo generale dei prezzi rende più difficile rimborsare i debiti e pagare i relativi interessi, che non calano, perché occorre - semplificando - “vendere” più prodotti e servizi di prima. Il vero rischio della deflazione è che si crei una spirale negativa: se famiglie e imprese si aspettano ulteriori cali dei prezzi possono essere spinte a rinviare gli investimenti e gli acquisti, con il risultato che la domanda continua a calare. Nasce così un circolo vizioso dal quale è difficile uscire: il Giappone vive in questa situazione da quasi 20 anni.

Nella creazione di questa spirale, così come in una spirale inflazionistica, le aspettative sui prezzi sono il punto cruciale e per questo motivo le banche centrali prestano loro molta attenzione.

Come affrontare la deflazione

In deflazione, soprattutto nella spirale deflazionistica, è meglio non cadere mai, e per questo motivo le banche centrali intervengono con grande anticipo per evitare questo rischio. Il primo strumento è quello dei tassi di interesse, che vengono abbassati. Raggiunta quota zero, salvo situazioni particolari, la leva dei tassi diventa inutilizzabile. Si procede allora a ritirare titoli finanziari, soprattutto titoli di Stato - la banca centrale li prende in pegno, o li acquista - dando in cambio “denaro fresco”.
Si abbassano così i tassi su tutte le scadenze e si forniscono nuove risorse per finanziare la domanda.

Contro i rischi di deflazione, la Fed ha portato i tassi all’1% nel 2003. I “Quantitative easing “ (Qe) varati dal 2009 hanno puntato anche a contrastare la frenata dei prezzi. La Banca centrale europea inizierà a marzo acquisti di titoli per oltre mille miliardi per rivitalizzare il credito e far salire le aspettative di inflazione. La Nippon Ginko ha varato e ampliato un vasto programma di acquisti di titoli finanziari di ogni tipo per aumentare l’offerta di denaro e uscire dalla deflazione.

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