«La situazione economica complessiva nell’universo emergente ci pare sana e perfettamente in grado di beneficiare di un’attività statunitense rivitalizzata dal raggiunto accordo sul bilancio», spiega Hovasse. Inoltre, le politiche monetarie molto permissive delle Banche centrali dei paesi sviluppati obbligano gli istituti di emissione degli emergenti a seguire politiche monetarie flessibili, contribuendo al sostegno dell’attività economica.
«Così, nonostante preoccupazioni a breve termine, rimaniamo fi duciosi sul potenziale dei mercati emergenti nel lungo termine», aggiunge il gestore, dispensando ottimismo in merito. Un passaggio dello studio è dedicato alla Cina, che non mostra più elementi di preoccupazione sul fronte inflazionistico e sembra anche aver superato il momentaneo rallentamento della crescita. «Riteniamo che i cinesi presteranno maggiore attenzione alla qualità della vita e, in particolare, alle problematiche collegate all’inquinamento», spiega il gestore, che vede buone prospettive per i titoli finanziari (come Haitong Securities) e legati ai consumi (Wynn Macau e Baidu).
Non altrettanto brillante appare la situazione in India, dove nell’ultimo biennio il ciclo di investimenti è stato quasi inesistente. «Una delle cause è il peggioramento delle prospettive macroeconomiche, ma anche il governo ha contribuito con la sua perdurante inattività e il relativo mancato sviluppo delle infrastrutture di cui il paese ha un grande bisogno», argomenta Hovasse. Che in ogni caso si attende un miglioramento dello scenario nei mesi a venire, e intanto punta su società dei settori consumi (come Itc o United Spirits) e automotive (Maruti Suzuki e Tata Motors).
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