venerdì 24 aprile 2015

Recupero crediti–come difendersi

Ho chiesto un prestito a una finanziaria, ma non sono riuscito a pagare un paio di rate. Ora, la società di recupero crediti mi sta tempestando di telefonate, invitandomi a chiamare numeri a pagamento, per altro costosissimi, per risolvere la questione. Che cosa posso fare?

«La finanziaria ha il diritto di chiederti il pagamento delle rate rimaste inevase: può sollecitarti telefonicamente, o mediante lettere, e perfino citarti in giudizio, se le richieste di rimborso non sono andate a buon fine», avverte l’avvocato Marco Stucchi del Foro di Milano. «Non può invece “batter cassa” violando la privacy, o trasformare l’azione di recupero in una sorta di stalking, dai toni intimidatori, al punto che il debitore (o addirittura i membri della sua famiglia) si sentano minacciati, o in qualche modo bersagliati da richieste pressanti».


«Lo ha stabilito l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, che recentemente ha dato multe salatissime alle società di recupero crediti che hanno adottato comportamenti troppo aggressivi verso gli utenti. Quali? Per esempio, notificare atti di citazione finti, telefonare ai vicini di casa, lasciare messaggi sul posto di lavoro, mandare “un esattore” alla porta di casa, o come è capitato a te, tartassarti di telefonate, invitandoti a contattare numeri a pagamento per presunte “verifiche amministrative”, con un costo elevato a tuo carico», continua l’avvocato.

«La prima cosa da fare è segnalare le illecite pressioni di cui sei stato vittima sia alla finanziaria, inviando una raccomandata, sia all’Autorità Antitrust (www.agcm.it),facendo una segnalazione online (trovi un modulo già pronto da compilare)».
«Prova inoltre a chiedere alla finanziaria di poter concordare un piano di rateizzazione più adatto alle tue esigenze».

«Se poi le pressioni non cessano e si fanno sempre più intimidatorie, puoi richiedere alla finanziaria un risarcimento del danno non patrimoniale per la violazione della tua privacy: in questo caso, è meglio farsi assistere da un avvocato», conclude l’esperto.

Il Garante della privacy ha stabilito che questi comportamenti sono profondamente scorretti:
  • telefonate preregistrate
  • affissione di avvisi di mora sulla porta del debitore
  • sollecitazioni di pagamento che possono essere viste da tutti
  • chiamate a familiari, vicini di casa, o al datore di lavoro, per metterli a conoscenza del debito.

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