venerdì 20 marzo 2015

I Cct non convenono più?

ctz-cct-bocCcT e altri indicizzati in balìa dell’avaro Euribor
La cedola variabile per alcune emissione è prossima allo zero E il trend negativo potrebbe continuare Che i rendimenti degli investimenti fossero prossimi allo zero lo si sapeva.

Ma che addirittura il tasso Euribor a 1 mese potesse scendere sotto zero in pochi se lo aspettavano. Eppure l’indicatore usato soprattutto sull’interbancario ha chiuso ben quattro sedute tra il 19 e il 22 gennaio in negativo. Si tratta di un problema dei tesorieri ma l’episodio potrebbe coinvolgere anche il pubblico dei risparmiatori che hanno investito, o preso soldi a prestito, utilizzando strumenti legati a questo indicatore europeo, fissato giornalmente in base al tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie dei depositi in euro tra le principali banche europee.


In primo luogo i mutui, ma anche i CcTeu e alcune obbligazioni bancarie le cui cedole variabili sono parametrate all’Euribor 6 mesi(più uno spread che varia da 0,8% per l’emissione UniCredit, con scadenza dicembre 2019, al 2,5% per il CcTeu 2017). Cosa accadrebbe ai coupon se anche l’Euribor a 6 mesi, che ora viaggia allo 0,135%, dovesse scendere sotto zero? Varrebbe la media algebrica con una limatura dello spread? Per quanto riguarda le obbligazioni indicizzate è necessario visualizzare il prospetto di ciascuna emissione per verificare se sia o meno previsto un floor (ovvero un limite minimo alla cedola) un’evento abbastanza raro, come nel caso del bond Banca Imi (cedola minima 2,4 e massima 5,5) che proprio grazie a questa cedola minima protettiva quota sopra la pari a 102,26. «Per i titoli pubblici, sui prospetti dei CcT indicizzati all’Euribor 6 mesi è esplicitato che lo spread va sommato algebricamente al parametro di indicizzazione ed è quindi chiaro che qualora in futuro l’Euribor a 6 mesi divenga negativo, la cedola di quel semestre sarà inferiore allo spread», spiegano da Jci Capital.

Non è prevista dunque la clausola di salvaguardia utilizzata per i BTp Italia quando l’inflazione (parametro di riferimento di questi titoli) va in negativo. Quanto al rischio opportunità dei titoli legati all’Euribor, i gestori fanno notare come gli indicatori potrebbero scendere ulteriormente. «I livelli attuali dell’Euribor (0,052% per la scadenza a tre mesi e 0,132% per quella a sei), rappresentano sì un minimo storico - spiega Valentina Vicinanza,gestore obbligazionario di Banca Akros gestioni patrimoniali – ma quando si acquista un bond a tasso variabile bisogna guardare al rendimento corrente, cioè al prezzo pagato rapportato alla cedola in corso e soprattutto alle aspettative sul futuro andamento dei tassi a breve. Se da un lato la politica della Bce e i fondamentali deboli ci fanno pensare che i tassi a breve rimarranno bassi nel medio periodo, dall’altro non possiamo dire con certezza che nel breve l’Euribor non sia ulterirmente comprimibile». Anzi, guardando ai rendimenti dei CcT, superiori a quelli dei BTp di pari scadenza, si evince che il mercato si aspetta che l’Euribor possa andare a zero o diventare negativo. «A chi ha in portafoglio titoli legati a questo parametro non mi sento di consigliare di pasare al fisso (tenendo conto dei costi di transazione che incidono molto su rendimenti così contenuti) -, spiega Vicinanza - ma piuttosto di monitorare le prossime mosse della Bce. Soprattutto riguardo al tasso di deposito applicato alle banche, punto chiave per la definizione dei tassi Euribor».

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