mercoledì 18 marzo 2015

Come investire con l’inflazione bassa

Cosa fare... È difficile investire in una fase di alta inflazione perché occorre tutelare il capitale dall’erosione del carovita . Ma può essere ancor più complicato impiegare bene i propri risparmi nei periodi in cui i prezzi calano: si corre, infatti, il rischio di ritrovarsi con una quantità di denaro inferiore a quella utilizzata inizialmente ... se i prezzi scendono.

La deflazione, cioè il fenomeno di riduzione dei prezzi, è paradossalmente un fattore di estrema instabilità per il mondo dell’economia, della finanza e quindi del risparmio. Il paradosso sta nel fatto che se per i cittadini vi sono dei benefici in termini di stipendi, perché il potere d’acquisto della moneta aumenta nel tempo, per le imprese parallelamente ciò che ieri si vendeva a un prezzo ipotetico di 100 oggi si vende solo a 90.
Se la deflazione aumenta oltre un certo livello, dunque, c’è il rischio non solo che i magazzini di prodotti finiti si deprezzino, ma soprattutto che i prezzi di vendita scendano sotto i costi di produzione, innescando perdite. In questa situazione, alcuni beni si svalutano in quanto il loro prezzo, dopo un determinato periodo di tempo, è inferiore a quello iniziale.

Occorre dunque fare molta attenzione a selezionare strumenti di investimento i cui rendimenti sono definiti “decorrelati”, cioè non collegati, con l’andamento (negativo) del carovita. puntare sulla liquidità In caso di periodi di deflazione prolungata, la scelta più indicata è usualmente quella di restare liquidi, cioè di prediligere forme di risparmio che non sono collegate a strumenti vari ma che consentono di recuperare immediatamente il proprio capitale.

Quando il livello dell’inflazione è ridotto su soglie “fisiologiche” (come nel caso di un carovita annuo del 2%, obiettivo al quale tende la Banca centrale europea) e specialmente quando questo livello rimane stabile a lungo nel tempo si realizzano le condizioni migliori per gli investimenti. In questa condizione, infatti, l’economia funziona in modo efficiente e se ne giovano sia le imprese — che emettono azioni od obbligazioni — che lo Stato, che emette titoli del debito pubblico. In questa situazione, dunque, i risparmiatori hanno una duplice possibilità positiva: innanzitutto quella di poter progettare i propri investimenti basandosi su un ambiente economico stabile e, per quanto possibile, prevedibile; in secondo luogo, quella di poter “leggere” i rendimenti offerta dai diversi strumenti di investimento visualizzando in modo semplice la differenza tra tassi bassi, medi o elevati anche in termini reali (cioè al netto dell’inflazione), ai quali corrispondono pari livelli di rischio . un portafoglio adeguato

Nelle condizioni di inflazione stabile, il principale obiettivo del risparmiatore deve essere quello di costruire un portafoglio di investimento adeguato ai propri obiettivi, alla durata dell’accumulazione e al proprio livello di tolleranza al rischio. ... se i prezzi salgono In caso di inflazione elevata, cioè quando i prezzi aumentano in modo considerevole su base annua, il problema fondamentale per chi risparmia è conservare il proprio potere di acquisto. Cosa significa questo? Significa che se i risparmi fruttano dei rendimenti inferiori al tasso d’inflazione, il denaro che si ottiene al termine dell’investimento, pur aumentato nel periodo, ha un valore ridotto rispetto a quello che servirebbe per acquistare lo stesso bene che all’inizio dell’investimento aveva un costo pari alla somma investita nel periodo.

Per preservare il potere d’acquisto dei propri risparmi occorre dunque trovare strumenti in grado di riconoscere interessi superiori all’inflazione. Va da sé che se l’inflazione è molto elevata, il novero degli strumenti di investimento in grado di offrire questi ritorni superiori al carovita (che vengono definiti “positivi in termini reali”, cioè positivi una volta sottratta l’inflazione) si riduce drasticamente. il rapporto rischio/rendimento Poiché nella finanza ad alti rendimenti corrispondono sempre elevati livelli di rischio, il risparmiatore dovrà essere sempre consapevole del grado di incertezza elevato al quale si sottopone. Specialmente se le soluzioni che gli vengono proposte offrono rendimenti significativamente superiori a quelli medi di mercato.

Dove investire

Tre strumenti per approfittare della discesa liquidità.

Liquidità

In caso di deflazione, per i risparmiatori con una scarsa tolleranza al rischio è meglio restare “liquidi”, cioé allocare i propri risparmi in strumenti che consentano di recuperare il denaro a richiesta, anche in presenza di ritorni bassissimi o nulli. Il rendimento, infatti, è rappresentato di per sé dall’aumento del potere d’acquisto della moneta. Da preferire, dunque, i conti di deposito a breve scadenza senza vincoli. bond dell’eurozona Nei periodi di deflazione, i rischi maggiori sono in capo alle aziende e si ripercuotono sulle azioni. Per chi ha un grado di rischio medio è meglio dunque scegliere obbligazioni, se possibile titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona, in modo da evitare il rischio di cambio.

Obbligazioni in valuta e inflation linked

Per chi ha un elevato grado di tolleranza al rischio ed è a caccia di rendimenti più alti, la deflazione impone scelte complesse e difficili. Tra queste, può essere interessante quella di investire su bond in valuta di Paesi o istituzioni non colpiti dalla deflazione, possibilmente con livello di giudizio (rating) alto o medio (investment grade). Tre strumenti per approfittare della salita bond inflation linked Quando l’inflazione cresce rapidamente, il primo comandamento dei risparmiatori è di conservare il potere di acquisto. Meglio dunque selezionare obbligazioni (bond) che pagano interessi collegati all’inflazione (inflation linked), come i titoli di Stato italiani che hanno queste caratteristiche (BTp Italia, indicizzato al carovita italiano, o BTpEi, indicizzato all’inflazione Ue).

Beni rifugio

Nei periodi di elevata inflazione, il rischio di crisi finanziarie non è da sottovalutare. Per chi ha un basso livello di tolleranza al rischio e un patrimonio elevato, una scelta può essere quella di inserire nel proprio portafoglio una quota adeguata (ma mai troppo elevata) dei cosiddetti “beni rifugio” (oro, metalli pietre e oggetti preziosi), che spesso hanno un rendimento positivo a fronte di situazioni di crisi finanziaria. azioni cicliche Nei periodi di elevata inflazione di solito alcune imprese, che producono beni di consumo, ottengono risultati economici interessanti che si riflettono sugli utili, dunque sui dividendi pagati agli azionisti, e sul corso delle azioni in Borsa.

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