martedì 24 marzo 2015

Tempo di vendere i Btp a lunga scadenza

vendere btpDopo i guadagni meglio alleggerire la componente BTp lunghissima Avendo dei risparmi investiti in BTp a lunga scadenza,con cedole discrete, alla luce degli apprezzamenti di tali titoli conviene venderli per guadagnarci qualcosa? Teniamo presente che ho problemi lavorativi, un’età non più giovane (60 anni) e che la scadenza dei titoli è lontana (2034 e 2040).

Eventualmente, dato che potrebbero essere il mio unico ammortizzatore sociale, in cosa potrei reinvestire il ricavato e in che tempi?

Il calo dei rendimenti che ha caratterizzato i mercati obbligazionari di tutti i Paesi europei, e dei periferici in particolare, ha regalato ritorni decisamente elevati ai possessori dei titoli di Stato con guadagni particolarmente ampi per i titoli a lunga scadenza. «I Btp ventennali e trentennali citati dal lettore in particolare, oltre a offrire mensilmente cedole interessanti, sono saliti di prezzo in misura vistosa», spiegano da Jci Capital, «tanto che in questi giorni i loro prezzi si aggirano intorno a 140 euro e più. Se pertanto si decidesse per una vendita, il risparmiatore porterebbe a casa anche una cospicua plusvalenza sul prezzo, bloccando di fatto tutti i guadagni sino a ora realizzati. Come spesso abbiamo ribadito, i titoli a lunga scadenza sono infatti molto sensibili alle oscillazione dei tassi: questo li rende particolarmente profittevoli in situazioni di calo dei rendimenti e particolarmente “rischiosi” nelle fasi di rialzo dei tassi».

Occorre dunque valutare quali possono essere i rischi e le prospettive future dello scenario economico italiano ed europeo prima di procedere a una decisione. «Nonostante il contesto sia ancora decisamente favorevole al mantenimento di tassi molto bassi (bassa crescita, bassa inflazione e a breve il quantitative easing della Banca centrale europea), a nostro avviso potrebbe essere comunque prudente per il lettore procedere a un alleggerimento del peso dell’investimento in titoli a lunga e a lunghissima scadenza, soprattutto se questi rappresentano una parte cospicua o addirittura il totale dei suoi risparmi», spiegano da Jci Capital.

In caso si verificassero eventuali fattori destabilizzanti dell’attuale status quo l’impatto sui titoli con scadenza più elevata sarebbe molto più negativo che sulle scadenze brevi. «Il nostro suggerimento pertanto è quello di differenziare a questo punto le scadenze dei titoli sui quali si è investiti, rivolgendosi verso bond annuali o triennali e rinunciando dunque a una parte del rendimento a favore di una consistente limitazione dei rischi», concludono da Jci Capital.

0 commenti:

Posta un commento