Escludendo questo elemento una tantum, i conti sono in crescita sia nei ricavi da interessi (+3,3 %) sia nelle commissioni (+10,5 %). Altre buone notizie riguardano il rapporto tra patrimonio e rischi, in linea con i requisiti europei, e il dividendo. Il fatto che quest’ultimo sia stato alzato da 5 a 7 centesimi (noi ci aspettavamo si fermasse a 6), nonostante l’invito alla cautela della Banca centrale europea, è un segnale del fatto che il management si aspetta di proseguire la crescita anche nei prossimi anni. E anche noi: stimiamo utili 2015 e 2016 pari a 0,12 euro per azione.
Col rialzo registrato da inizio anno, Intesa Sanpaolo è tornata a superare, seppur di poco, il settore bancario europeo. I risultati 2014 sono positivi e l’aumento del dividendo è un segnale di ottimismo sul futuro. Il titolo, ai prezzi attuali, rimane conveniente.
Mediobanca
Nel 2° trimestre 2014/15 (la società chiude i conti il 30 giugno), Mediobanca ha realizzato utili pari a 0,20 euro per azione, in crescita rispetto agli 0,16 euro per azione di un anno fa. Il bilancio dell’intero semestre si attesta così a 0,39 euro per azione, contro gli 0,36 euro del 1° semestre 2013/14. Il merito va soprattutto alle commissioni (+35,5 % nel semestre), mentre i ricavi derivanti dalle partecipazioni sono calati del 6 %.Non stupisce, perciò, che il gruppo stia programmando importanti svolte su questo fronte: se la quota in Rcs è, per ora, “congelata”, l’uscita da Telecom (una volta che la scissione di Telco sarà effettiva) è pressoché certa. Entro giugno 2016, inoltre, il gruppo potrebbe cedere anche il 3 % di Generali: non con vendite sul mercato, ma come “contropartita” per nuovi progetti. Nulla, però, è per ora definito. Conti in crescita, ma in linea con le nostre attese. In Borsa il 2015 è partito con il piede giusto, ma anche il settore finanziario europeo ha fatto altrettanto. Il titolo resta, secondo noi, caro. Confermiamo le nostre stime e il giudizio.
Unicredit
A prima vista, il mercato avrebbe dovuto brindare ai conti di Unicredit: il 2014 è archiviato con utili di 2 miliardi (0,34 euro per azione), contro un rosso di quasi 14 miliardi nel 2013. La reazione è stata invece fredda: un po’ perché il mercato si aspettava utili lievemente più alti (noi però eravamo più prudenti, stimando 0,31 euro per azione), un po’ perché il calo del rapporto tra patrimonio e rischi, dovuto al deprezzamento delle riserve in rubli, ha destato qualche preoccupazione.Secondo noi, non c’è da allarmarsi: il rapporto resta superiore ai requisiti europei, e l’annunciata vendita di Uccmb permette di liberarsi di 2,4 miliardi di crediti problematici. Bene anche il rialzo del dividendo da 0,10 a 0,12 euro (se non dici nulla ti sarà pagato in azioni). In ogni caso, prudenzialmente, non alziamo le stime sull’utile 2015 e 2016 (0,31 euro per azione). Le azioni ordinarie Unicredit dal 2013 hanno fatto meglio delle risparmio. I mercati non hanno apprezzato i conti 2014, ma le prospettive restano secondo noi positive. Continua a preferire le ordinarie, limitati a mantenere le risparmio.
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