mercoledì 11 marzo 2015

Azioni Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca–consigli investimento

Dopo il rosso di 0,28 euro per azione nel 2013, il 2014 si chiude con utili di 0,07 euro per azione. Un dato inferiore alle nostre stime, ma solo per il peso, superiore al previsto, delle tasse “retroattive” sulla cessione della quota in Banca d’Italia (0,03 euro per azione).

Escludendo questo elemento una tantum, i conti sono in crescita sia nei ricavi da interessi (+3,3 %) sia nelle commissioni (+10,5 %). Altre buone notizie riguardano il rapporto tra patrimonio e rischi, in linea con i requisiti europei, e il dividendo. Il fatto che quest’ultimo sia stato alzato da 5 a 7 centesimi (noi ci aspettavamo si fermasse a 6), nonostante l’invito alla cautela della Banca centrale europea, è un segnale del fatto che il management si aspetta di proseguire la crescita anche nei prossimi anni. E anche noi: stimiamo utili 2015 e 2016 pari a 0,12 euro per azione.

Col rialzo registrato da inizio anno, Intesa Sanpaolo è tornata a superare, seppur di poco, il settore bancario europeo. I risultati 2014 sono positivi e l’aumento del dividendo è un segnale di ottimismo sul futuro. Il titolo, ai prezzi attuali, rimane conveniente.

Mediobanca

Nel 2° trimestre 2014/15 (la società chiude i conti il 30 giugno), Mediobanca ha realizzato utili pari a 0,20 euro per azione, in crescita rispetto agli 0,16 euro per azione di un anno fa. Il bilancio dell’intero semestre si attesta così a 0,39 euro per azione, contro gli 0,36 euro del 1° semestre 2013/14. Il merito va soprattutto alle commissioni (+35,5 % nel semestre), mentre i ricavi derivanti dalle partecipazioni sono calati del 6 %.

Non stupisce, perciò, che il gruppo stia programmando importanti svolte su questo fronte: se la quota in Rcs è, per ora, “congelata”, l’uscita da Telecom (una volta che la scissione di Telco sarà effettiva) è pressoché certa. Entro giugno 2016, inoltre, il gruppo potrebbe cedere anche il 3 % di Generali: non con vendite sul mercato, ma come “contropartita” per nuovi progetti. Nulla, però, è per ora definito. Conti in crescita, ma in linea con le nostre attese. In Borsa il 2015 è partito con il piede giusto, ma anche il settore finanziario europeo ha fatto altrettanto. Il titolo resta, secondo noi, caro. Confermiamo le nostre stime e il giudizio.

Unicredit

A prima vista, il mercato avrebbe dovuto brindare ai conti di Unicredit: il 2014 è archiviato con utili di 2 miliardi (0,34 euro per azione), contro un rosso di quasi 14 miliardi nel 2013. La reazione è stata invece fredda: un po’ perché il mercato si aspettava utili lievemente più alti (noi però eravamo più prudenti, stimando 0,31 euro per azione), un po’ perché il calo del rapporto tra patrimonio e rischi, dovuto al deprezzamento delle riserve in rubli, ha destato qualche preoccupazione.

Secondo noi, non c’è da allarmarsi: il rapporto resta superiore ai requisiti europei, e l’annunciata vendita di Uccmb permette di liberarsi di 2,4 miliardi di crediti problematici. Bene anche il rialzo del dividendo da 0,10 a 0,12 euro (se non dici nulla ti sarà pagato in azioni). In ogni caso, prudenzialmente, non alziamo le stime sull’utile 2015 e 2016 (0,31 euro per azione). Le azioni ordinarie Unicredit dal 2013 hanno fatto meglio delle risparmio. I mercati non hanno apprezzato i conti 2014, ma le prospettive restano secondo noi positive. Continua a preferire le ordinarie, limitati a mantenere le risparmio.

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