martedì 17 marzo 2015

Investire in Turchia tra rischi e opportunità

investire turchiaIl basso prezzo del petrolio è uno stimolo alla crescita globale e rappresenta un trasferimento di circa 1,3 trilioni di dollari dai paesi produttori agli importatori.

La maggioranza dei mercati emergenti (circa l’80% dell’indice Ms emerging market) è importatore di greggio e dovrebbe quindi beneficiare di questo sce nario, spiega Emre Akcakmak, membro del team di gestione di East Capital, che è ottimista in particolare sulla Turchia, anche se i rischi sono elevati, soprattutto in vista delle elezioni politiche che si svolgeranno a giugno.

Domanda. Il mercato turco è salito del 6,5% (in euro) da inizio anno. Ha ancora spazi di rialzo da qui a dicembre? Risposta. Non posso dare stime precise sulla performance di mercato, ma sono fiducioso sulle potenzialità del listino di Istanbul. Le dinamiche che influiscono positivamente sul listino, come il più basso prezzo del petrolio, l’inflazione in diminuzione e l’accelerazione della crescita economica, suggeriscono infatti un ulteriore margine di rialzo nei prossimi mesi.

D. Quale sarà, a suo parere, l’impatto del programma di Qe (Quantitative easing) recentemente deciso dalla Bce sugli emerging markets? R. Penso che il Qe sarà un fattore a supporto dello scenario di tassi bassi di interesse e ritengo quindi che avrà effetti positivi non solo sull’economia dell’Eurozona ma anche sui mercati emergenti, Turchia inclusa. Oltre a migliorare le condizioni di liquidità, il maxi-piano della Bce contribuirà a rafforzare l’economia e quindi ad aumentare la domanda di prodotti provenienti dai paesi emergenti.

D. Lo scorso anno la svalutazione della lira turca ha portato forti perdite. Cosa si aspetta nel 2015? R. Oltre al ripristino della stabilità politica e a un più basso prezzo del petrolio, che dovrebbe avere co- me conseguenza un minore deficit delle partite correnti, mi aspetto an- che una lira meno volatile rispetto al passato.

D. Le riserve di oro svolgono un ruolo importante nel sistema finanziario turco. Questa situazione continuerà nel 2015? Con quali conseguenze? R. Sebbene l’oro non sia una delle principali componenti dell’economia turca, l’andamento del suo prezzo è monitorato molto da vicino dal- le famiglie, che tradizionalmente tendono a detenere i loro risparmi in oro. Non vi sono cifre ufficiali, ma si stima che i cittadini turchi possiedano circa 150-200 miliardi di dollari Usa in oro. Non credo però che le fluttuazioni del prezzo dell’oro avranno un grande impatto sull’economia turca, perché si sono altri fattori, come ho detto all’inizio, che pesano di più.

D. Scendendo in dettaglio ai set- tori che compongono il listino di Istanbul, quali hanno le maggiori chance di crescita? R. Al momento credo che il comparto delle banche abbia un buon potenziale di rialzo, in conseguenza della diminuzione dei rendimenti obbligazionari e delle valutazioni borsistiche, che non sono ai mas- simi. Un altro settore da tenere in considerazione è quello del tra- sporto aereo, che beneficia del più basso prezzo del carburante, oltre a offrire la possibilità di scegliere fra varie compagnie con notevole potenziale.

D. E infine quali sono i titoli preferiti? R. Le nostre posizioni principali nel fondo sono in Isbank, Sabanci Holding, Vakifbank, Koc Holding e Turkish Airlines, quindi società che operano nel settore bancario e aereo.

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