giovedì 5 marzo 2015

Fallimento banca. Cosa rischiano i correntisti?

I c/c sono salvi anche con le nuove regole in vigore dal 2016?  A seguito di quanto stabilito dall’Unione bancaria europea, dal 2016, in caso di fallimento di una banca entrerà in funzione il meccanismo bail in. Dunque non sarà più lo Stato al quale appartiene la banca a intervenire, ma a pagare saranno i risparmiatori: azionisti, obbligazionisti e correntisti. Vorrei sapere se, dopo il 2016, in caso di fallimento di una banca dove è presente un conto corrente e un deposito titoli sono tutelate le somme depositate. Con particolare riguardo a BTp, Bei e fondi comuni, nella parte sopra i 100mila euro.

Sono molte le domande di questo tenore, a maggior ragione dopo i commissariamenti di importanti banche come Banca Marche, Popolare Spoleto, Popolare Etruria etc., per non parlare delle difficoltà di Monte dei Paschi di Siena e Banca Carige.

La Direttiva dell’Unione Europea relativa al salvataggio delle banche, Bank Recovery and Resolution Directive (Brrd), entrerà in vigore dal primo gennaio 2016. L’intento è quello di evitare che, a fronte di eventuali future crisi, si ripetano, come nel passato, gestioni costose e disordinate degli eventi di default bancari, che spesso hanno richiesto il supporto governativo (bail out), gravando quindi sui contribuenti. «L’obiettivo è quello di creare un sistema d’intervento armonizzato a livello europeo che conduca a una più oculata gestione del rischio e quindi a un sistema finanziario più stabile – spiegano da Jci Capital.

Con la nuova direttiva verrà a mancare il supporto governativo per cui la banca avrà a disposizione differenti alternative, a partire dall’acquisizione o fusione con banche sane, alla separazione degli asset sani da quelli deteriorati attraverso l’istituzione di una good e di una bad bank. In alternativa è previsto che nella ristrutturazione vengano coinvolti anche i creditori, a partire in primis dagli azionisti, che vedrebbero un azzeramento dei loro titoli, subito dopo gli obbligazionisti, prima quelli che detengono bond subordinati e poi quelli senior».

La direttiva continua a tutelare i correntisti per ammontari fino a 100mila euro. La tutela attualmente offerta da Fitd (Fondo interbancario di tutela dei depositi) prevede che, per un conto cointestato, la garanzia è di 100mila euro per ciascun depositante, a patto che non possegga altri conti presso lo stesso istituto. Per quanto riguarda il deposito titoli ricordiamo invece al lettore che questo non è in alcun modo legato alle sorti della banca dove il portafoglio titoli è depositato, a meno che non possegga azioni o titoli obbligazionari emessi dalla banca stessa e pertanto coinvolti nel processo di ristrutturazione. «

A prescindere dalla tipologia di titolo detenuto, gli unici ad essere coinvolti nella ristrutturazione sono quelli emessi dalla banca in default, per tanto sono esclusi i BTp – spiegano da Jci Capital –, il cui rimborso dipenderà dalla solvibilità dello Stato italiano, i fondi comuni amministrati da un gestore esterno alla banca, e qualunque strumento emesso da qualunque altro istituto bancario o qualunque altra società».

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