domenica 9 novembre 2014

IPO RaiWay–perché non sottoscriverla

La Rai si quota portando in Borsa RaiWay. Lo fa a caro prezzo. Stanne alla larga.

ipo raiwayDopo la mal riuscita quotazione di Fincantieri, nel Bel Paese si riprende con le privatizzazioni. Fino al 13 novembre potrai infatti acquistare le azioni di RaiWay, la società che controlla e gestisce le torri di trasmissione della Rai. Il Tesoro ha deciso di vendere il 30,5 % del capitale di questa società a un prezzo compreso tra i 2,95 e i 3,5 euro: significa valutare l’intera RaiWay tra gli 800 e i 950 milioni di euro. Troppo. La nostra valutazione della è di circa 600 milioni, per cui ti confermiamo che il prezzo che il Tesoro vuole spuntare è comunque troppo alto, anche tenendo conto dei buoni risultati messi a segno nei primi nove mesi di quest’anno.

In questo periodo, infatti, il fatturato, grazie a nuovi contratti, è salito del 21 % e l’utile industriale (+185 %) e utile netto (+134 %) hanno fatto ancora meglio. Per tutto il 2014 ci attendiamo dunque un utile per azione a 0,09 euro (era 0,04 nel 2013) e a 0,11 euro per il 2015. Pur con queste nuove stime, secondo il nostro modello di valutazione, l’azione è comunque cara già al prezzo più basso di 2,95 euro.

Non vediamo, quindi, possibilità di acquisto per il buon padre di famiglia. Il consiglio vale anche per lo speculatore: le ultime offerte di matricole in Borsa che hanno fatto segnare un rialzo nelle prime ore (o giorni) di quotazione riguardavano società come Fineco o Moncler, dove era il nome della società ad attirare gli investitori, più che i bilanci. Negli altri casi, lo sbarco in Borsa è stato negativo, oppure, nella maggior parte dei casi, la quotazione è stata addirittura ritirata.

RaiWAY QUOTAZIONE

  • Periodo di offerta Dal 3 fino al 13 novembre 2014
  • Intervallo di prezzo 2,95 – 3,5 euro
  • Lotto minimo 1.000 minimo (500 per i dipendenti)
  • Valore lotto minimo 2.950 euro – 3.500 euro
 

Dettagli collocamento Raiway

Per completare l’informazione sul collocamento RaiWay, riporto integralmente anche un articolo del Sole 24 Ore.

Raiway forse non sarebbe mai arrivata in Borsa se il Governo Renzi non avesse chiesto alla Rai un contributo "volontario, ma obbligatorio" di 150 milioni e in compenso ha autorizzato – in dipendenza del golden power che sussiste sugli asset – a cedere fino al 49% della società che ha la proprietà e la gestione degli impianti di trasmissione e diffusione dei segnali radio-televisivi. Rai sfrutterà solo in parte l'autorizzazione, perché venderà sul mercato fino a un massimo del 34,5% del capitale (inclusa l'eventuale green shoe) che le permetterà di raccogliere dai 280 ai 332 milioni a seconda del prezzo dell'Ipo, compreso nel range indicativo di 2,95-3,50 euro per azione.

Ad ogni modo, l'aspirante matricola si presenta sul mercato sostanzialmente come una utility ad alta prevedibilità essendo che oltre l'80% dei suoi ricavi attuali dipende da Rai con la quale è stato firmato a fine luglio un nuovo contratto di fornitura in esclusiva, di durata settennale rinnovabile fino a 21 anni, che copre in sostanza l'intero arco temporale della concessione delle frequenze dell'emittente pubblico. Il rinnovo del contratto – con il contemporaneo passaggio dai principi contabili italiani a quelli internazionali e l'eliminazione di un'opzione put&call a favore della Rai – ha comportato un notevole innalzamento delle entrate per la società infrastrutturale i cui ricavi complessivi 2013, 118,34 milioni, salgono a 208,36 milioni nel bilancio pro-forma redatto per simulare retroattivamente gli effetti del nuovo rapporto con il cliente-azionista. Il corrispettivo annuo per i servizi prestati alla Rai è stato fissato in 175 milioni, rivalutabili alla luce dell'indice Istat sui prezzi al consumo ogni anno a partire dal 2016.

Considerato che anche gli altri rapporti contrattuali – principalmente con tutti i gruppi di tlc – sono di medio-lunga durata la visibilità, dunque, è massima. Per contro le prospettive di crescita sono relativamente ridotte. Con l'altro concorrente su piazza, Ei Towers (che è in area Mediaset), non sono ovviamente ipotizzabili aggregazioni. Piuttosto Raiway è interessata alle torri di Wind, ma più come partner-industriale (per gestirle) in cordata con partner finanziari, che come vero e proprio aggregatore. Ad ogni modo, la redditività (sostanzialmente stabile) è elevata, con il margine Ebitda dell'ordine del 50%.

Il profilo più rilevante per l'investitore, oltre al prezzo di collocamento (a sconto anche sul massimo della forchetta rispetto al competitor italiano, e tanto più rispetto agli esteri che però hanno dimensioni ben superiori), è il rendimento al dividendo. Ipotizzando che tutto l'utile venga distribuito – secondo le stime di Analisi mercati finanziari (gruppo Il Sole-24Ore) – il dividend yield, sul prezzo massimo/minimo – sarebbe compreso tra il 3,56% e il 4,23% per il 2014, tra il 3,91% e il 4,64% per il 2015, tra il 4,38% e il 5,19% per il 2016. Con il metodo del discounted cash flow, il fair value individuato da Amf, sulla base di criteri prudenziali, è intorno ai 3 euro.

La società presieduta da Camillo Rossotto (che è anche cfo Rai) con ad Stefano Ciccotti, si è dotata di un board composto in maggioranza da indipendenti, in carica fino all'assemblea di bilancio della primavera 2017: in caso di cessazione di uno o più amministratori, almeno uno sarà indicato dalle minoranze. Il collocamento è curato da Banca Imi, Credit Suisse e Mediobanca.

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