mercoledì 5 novembre 2014

Come investire dopo gli stress test sulle banche

Una delle tradizioni più recenti dell’Europa sono gli stress test che le autorità di vigilanza impongono alle banche per assicurarsi che non falliranno o che non chiederanno soldi pubblici se l’economia dovesse peggiorare rapidamente. L’ultima indagine sulle condizioni di 123 istituti bancari è stata pubblicata il 26 ottobre.

Ventiquattro banche non hanno superato i test, ma undici avevano già preso misure per correggere i presunti difetti. Nove delle banche bocciate sono italiane, e quasi tutti gli altri istituti in difficoltà si trovano nell’Europa meridionale. Come ci si poteva aspettare, le banche che hanno superato la verifica sono tutte impegnate a diffondere comunicati per vantarsi del loro successo. L’esito dei test è stato più negativo del previsto, anche se molti degli istituti bocciati sono piccoli e le somme mancanti sono relativamente esigue. D’altra parte, neanche le banche che hanno superato l’esame sono invincibili.

Un’altra tradizione europea, purtroppo, vuole che le banche risultate solide agli stress test inciampino subito dopo (com’è successo con la belga Dexia nel 2011). Stavolta è diverso, sostengono gli organizzatori. Insieme agli stress test in senso stretto la Banca centrale europea (Bce) ha efettuato un’asset quality review, una veriica del valore delle attività di bilancio di ogni banca. Sono stati esaminati solo i 123 grandi istituti bancari dei diciotto paesi dell’eurozona che da novembre saranno sorvegliati direttamente dalla Bce. Migliaia di dipendenti bancari, consulenti, revisori dei conti e altri addetti ai lavori si sono occupati delle veriiche per buona parte dell’ultimo anno. Per qualunque banca l’attività più consistente è rappresentata dai crediti. Il valore di queste attività dipende in gran parte dalla probabilità che il debito sia saldato: un inanziamento a un’azienda che è quasi in bancarotta non vale quanto un credito aidabile.

Nella valutazione bisogna includere anche il valore delle garanzie collaterali fornite per ottenere il prestito, come le case per i mutui immobiliari. La Bce ha individuato prestiti a rischio per circa 136 miliardi di euro che le banche non avevano ammesso di possedere e che a livello europeo fanno aumentare questo tipo di attività alla somma complessiva di 879 miliardi di euro. L’Italia dovrà compiere la più vasta riclassiicazione dei prestiti (dodici miliardi di euro), ma anche le banche greche (otto miliardi) e tedesche (sette miliardi) sono in difficoltà. L’interpretazione dei risultati, anche solo a livello aggregato, è complicata dal fatto che lo studio si basa su dati relativi alla ine del 2013 e che da allora sono successe molte cose. In particolare, molte banche che ritenevano possibile una bocciatura ai test hanno aumentato il loro patrimonio netto.

Per questo solo dodici istituti dovranno rendere pubblico un piano per aumentare il capitale, tra cui la greca Eurobank, l’italiana Monte dei Paschi di Siena e la portoghese Bcp, le uniche tre che dovranno accumulare più di un miliardo di euro a testa. Un certo nervosismo I politici sperano che per gli istituti di credito europei questo sia un momento catartico, come quello vissuto dalle banche statunitensi dopo i test a cui sono state sottoposte nel 2009. La inanza statunitense si è ripresa velocemente, mentre quella europea è rimasta statica. A quanto pare, la Bce ha scelto di accettare un certo nervosismo temporaneo da parte del mercato come prezzo da pagare per afermare la sua credibilità.

Anche se non è stato detto, quasi tutti gli istituti bocciati erano piccoli e non particolarmente noti fuori dal loro paese. Ora che la Bce ha emesso il suo verdetto, alcune banche potrebbero vedere un’opportunità di acquisto o fusione con una concorrente. Sul lungo periodo, però, l’efetto più rilevante riguarderà la percezione della Bce. Ormai, in seguito alla crisi dell’euro, l’istituto di Francoforte è considerato l’istituzione più credibile dell’Europa. Il suo nuovo ruolo di autorità di vigilanza è un caposaldo dell’unione bancaria, concepita per porre ine alla crisi dell’eurozona: garantire che le banche italiane siano controllate correttamente è, per esempio, il presupposto per un futuro consenso della Germania al loro salvataggio. Se quindi gli stress test accentueranno l’importanza della Bce e se la banca centrale sarà in grado di rassicurare i mercati sullo stato di salute delle banche europee, il risultato di questa prova sarà stato eccellente.

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