lunedì 29 dicembre 2014

Fondi comuni di investimento quotati in Borsa

Tutto è pronto perché anche i fondi comuni “aperti” siano quotati in Borsa come già accade per gli Etf e per i fondi Immobiliari. Sulla carta ciò potrebbe offrire grandi novità. Ma siamo come San Tommaso e prima vogliamo assicurarci che funzioni.

Grossa novità: da questo mese anche i fondi comuni di tipo “aperto” possono essere quotati in Borsa. Attenzione: abbiamo sottolineato l’aggettivo “aperto” perché ci sono in Borsa già diversi fondi quotati come gli Etf, e i fondi che investono in immobili. E non è il caso di fare confusione. Non è di questi che parliamo, ma dei classici fondi comuni, quelli in circolazione oramai da trent’anni che di solito si acquistano tramite un promotore, la tua banca o una “vetrina fondi on line” come Fundstore. La quotazione avverrà in linea con la loro natura di prodotto “semplice”.
Per cui non ci saran complicazioni come i prezzi che variano di istante in istante seguendo gli alti e bassi del mercato (è quanto accade ad esempio per gli Etf). I fondi comuni “aperti” quotati a Piazza Affari continueranno a comportarsi come i loro cugini non quotati: avranno un solo prezzo per ogni giornata. Tu la mattina (il mercato sarà aperto fino alle 11) potrai impartire alla tua banca l’ordine di acquisto indicando un certo numero di quote. Tipo: voglio 100 quote del fondo Caio, 50 quote del fondo Tizio. A quel punto l’ordine passerà al gestore che provvederà a emettere le quote. A che prezzo?Quello calcolato la sera stessa del tuo ordine, sulla base delle quotazioni di chiusura dei mercati. Quando lo saprai? Il giorno successivo, come già avviene oggi.

Costi giù e scelta più ampia… Ma tu che ci guadagni? Potenzialmente due cose: una maggiore scelta di prodotti e minori costi. Maggiore scelta di prodotti perché qualunque gestore si potrà quotare e tu con un normale internet banking potrai accedere a tanti fondi che oggi con la tua banca neppure ti sogni. Minori costi perché buona parte delle spese di gestione oggi sono “retrocesse” alla rete di vendita. Scomparsa la rete di vendita (la Borsa la sostituisce) i fondi potranno abbassare questi costi. Forse emetteranno quote apposta per la Borsa con costi più bassi, tipo quelli degli Etf che raramente superano lo 0,5 %.

fasi quotazione

Attento: se sarà così sarà solo la pratica a dircelo. Per cui armati di pazienza. Ci potrebbero volere un po’ di mesi a confermare la teoria dei minori costi, così come “a disfarla”. Tanto più che al momento indiscrezioni di stampa fanno riferimento a solo una dozzina di gestori pronti allo sbarco. E comunque, attento anche a un’altra cosa: comprare i fondi in Borsa non sarà comunque gratis. Pagherai le spese che la tua banca ti chiede per acquistare e vendere a Piazza Affari. In media lo 0,7 % allo sportello e lo 0,19 % on line. Certo è molto meno di quanto ti chiedono quei fondi (perlopiù venduti tramite promotore) che hanno fino al 4 % di commissioni, ma non è detto che sia più di quanto paghi con vetrine fondi on line come Onlinesim o Fundstore. Queste ti azzerano quasi sempre le commissioni e si limitano a chiederti solo spese fisse bancarie che variano a seconda dei prodotti.

Alcuni ti costano una decina di euro a operazione (il che è percentualmente poco se investi tanto), altri anche più di trenta. Infine la convenienza si potrà giocare anche sul filo di lana delle eventuali convenzioni che ti permettono di risparmiare qualcosa sui bolli.

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