Spiega Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia ed esperto assicurativo: “Le compagnie non possono più utilizzare come profilo di rischio il sesso dell’utente. Questo però non ha del tutto cancellato le differenze di premio tra uomo e donna. Le virtuose al volante, le conducenti che hanno una classe di merito più bassa e quindi fanno meno incidenti, mediamente riescono a spuntare una tariffa leggermente inferiore rispetto ai colleghi maschi. Mentre le giovani assicurate come anche quelle che sono in una classe di merito alta scontano tariffe più elevate rispetto agli uomini”.
Questa doppia differenza viene confermata anche da un’indagine condotta dal sito economico lavoce.info per verificare, a un anno di distanza, gli effetti della tariffa unisex sui premi. E così, se la conducente esperta, con un attestato di rischio intonso, prima della sentenza europea pagava un 3% di più, dopo il dicembre 2012 ha potuto beneficiare di un sostanziale livellamento del premio sulle tariffe maschili. Penalizzate invece le “cattive” automobiliste: le neopatentate e chi ha un profilo di rischio elevato pagano fino al 18% in più dei colleghi al volante che invece hanno premi più bassi fino al 10%. “Con le polizze unisex - concludeva Giam Pietro Cipriani, autore dell’indagine - come ci si aspettava le giovani donne si trovano dunque a sussidiare il costo dell’assicurazione dei loro coetanei maschi”. Con buona pace della parità di genere alla quale la direttiva europea si ispirava.
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