venerdì 5 dicembre 2014

Giappone in recessione. Conviene investire ora?

Il pil del Giappone è calato per il secondo trimestre consecutivo, dopo che un aumento dell’iva ha reso vano il tentativo del primo ministro Shinzō Abe di trasformare il paese in un modello globale di ripresa economica. Il 18 novembre Abe, che ha cercato di rivitalizzare l’economia dopo vent’anni di stagnazione, ha annunciato il rinvio di un ulteriore aumento dell’iva dal 2015 al 2017 e ha indetto nuove elezioni legislative per dicembre.

Secondo gli analisti, il primo ministro spera che il rinvio, insieme alla recente decisione della banca centrale di iniettare altre decine di miliardi di dollari nell’economia, tenga in piedi la sua politica economica, la cosiddetta Abenomics. In termini reali il pil è sceso dell’1,6 per cento su base annua nel periodo tra luglio e settembre, dopo una contrazione del 7,3 per cento tra aprile e giugno.
Tecnicamente due trimestri consecutivi di calo indicano che il paese è in recessione. Questi dati “faranno alzare la voce all’opposizione, che accuserà Abe di aver fallito”, spiega Yuichi Kodama, economista capo della Meiji Yasuda Life Insurance. In efetti Yukio Edano, segretario generale del Partito democratico del Giappone, il principale partito d’opposizione, ha dichiarato: “La politica economica degli ultimi due anni avrà fatto crescere il prezzo delle azioni, ma non ha invertito la rotta nell’economia reale. Possiamo dire con sicurezza che l’Abenomics è al capolinea”.
I due trimestri negativi sono arrivati dopo che il 1 aprile 2014 l’iva è aumentata dal 5 all’8 per cento.

La decisione ha frenato i consumi, rafreddando l’economia: gli investimenti immobiliari privati, per esempio, sono crollati del 24 per cento tra luglio e settembre. Abe è stato eletto premier nel dicembre del 2012 e ha subito lanciato un programma per far uscire il Giappone dal suo lungo ciclo caratterizzato dalla riduzione dei prezzi, dei salari e dei consumi. Nell’aprile del 2013 Haruhiko Kuroda, il governatore della banca centrale, ha varato il primo programma di stimolo monetario, facendo impennare il mercato azionistico e indebolendo il cambio dello yen. Questa mossa ha avuto un effetto benefico sulle aziende, tanto che all’inizio del 2014 il Giappone sembrava avviato sulla strada della ripresa.

Domanda debole

Negli ultimi anni gli Stati Uniti, l’Europa e il Giappone hanno dovuto scegliere tra la necessità di ridurre il deicit di bilancio e quella di stimolare economie alle prese con una domanda debole. Scegliendo di rinviare l’aumento dell’iva al 10 per cento, Abe si colloca dalla parte dello stimolo. Larry Summers, ex ministro del tesoro statunitense, è favorevole al rinvio. “Il fattore più importante per migliorare la situazione del debito giapponese è il tasso di crescita”, ha detto. “Tokyo non riuscirà a tenere sotto controllo il suo debito se l’economia non accelera”. Sulla stessa linea Akira Emi, presidente della Ride On Express, azienda che gestisce la più grande catena giapponese di consegna a domicilio di sushi: “Piuttosto che far stagnare l’economia con un nuovo aumento dell’iva, sarebbe meglio aspettare ancora un anno, ino a che la domanda interna non darà segnali di ripresa”. Secondo altri, invece, il Giappone dovrebbe affrettarsi a ridurre il debito pubblico, attualmente il più alto del mondo. “Se si rinvia l’aumento delle tasse, si corre il rischio di aumentarle tra un anno e mezzo, quando la banca centrale starà mettendo ine alle sue misure di stimolo.

Si avrebbe così una riduzione degli acquisti di titoli e un inasprimento fiscale nello stesso momento”, dice Masaaki Kanno, economista della J.P. Morgan Securities. Alcuni sono convinti che Abe potrebbe fare di più per stimolare l’economia, introducendo un nuovo pacchetto di investimenti all’inizio del 2015. Anche la banca centrale potrebbe lanciare ulteriori misure di stimolo. Se la crescita tra ottobre e dicembre dovesse essere dell’1 per cento, “è possibile un nuovo intervento” entro marzo del 2015, dice Takeshi Minami, economista del Norinchukin research institute. Eppure molti esperti sono ottimisti riguardo ai prossimi mesi. Sostengono che il peggio potrebbe essere passato, perché nel terzo trimestre le aziende stavano smaltendo le giacenze. “Pensiamo che l’economia stia gradualmente migliorando”, ha detto Tomo Kinoshita, economista della Nomura Securities. “Non c’è motivo di essere pessimisti”.

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