Primo, l’ipotesi di coinvolgimento diretto nel “salvataggio” di Mps è ora più lontano: i vertici di entrambe le banche hanno dichiarato di non essere interessati a un’integrazione con il gruppo toscano. Il mercato aveva punito le azioni Unicredit e Intesa perché temeva che si ritrovassero “in carico” il problema Mps, come accadeva in passato quando una banca in difficoltà veniva “affibbiata” più o meno forzosamente a una concorrente più sana. Ora che una fusione è meno probabile, i due titoli dovrebbero recuperare quanto perso per questi timori.
Secondo, si tratta di banche fondamentalmente solide: non solo perché hanno superato i test europei, ma anche perché dopo le “pulizie di bilancio” degli ultimi anni il rischio di nuove sorprese negative nei conti si è notevolmente ridotto. Certo non lo si può escludere del tutto, soprattutto considerando che la debolezza economica italiana continuerà a pesare sulla capacità di famiglie e imprese di restituire i prestiti, ma non ci aspettiamo maxi-svalutazioni come in passato. I conti trimestrali, che saranno pubblicati tra pochi giorni, non dovrebbero quindi comportare altri scivoloni in Borsa. Anzi, non è esclusa, una volta tanto, qualche buona notizia: il momento di debolezza attuale può quindi rappresentare una buona occasione per approfittarne, acquistando già ora questi titoli.
La stessa cosa vale per chi non punta a una speculazione, ma a un investimento di più lungo periodo. Ai prezzi attuali di Borsa, sia Unicredit sia Intesa valgono meno del loro patrimonio contabile (il valore delle attività della società, meno i debiti, se venissero vendute ai prezzi a cui sono registrate in bilancio); il rapporto è pari a circa 0,7 per Unicredit e 0,8 per Intesa. Vale la pena di approfittare di questi “sconti” per inserire questi titoli in portafoglio.
0 commenti:
Posta un commento