martedì 30 dicembre 2014

Previsioni sull’indice SP500 della borsa USA

indice sp500L’unico punto in cui le opinioni degli interpellati divergono sono i multipli dei P/E. Per il resto, il sentiment comune è che, per quanto caro, il mercato Usa ha ancora una sua appetibilità.
Riassume in qualche modo le posizioni dei colleghi l'intervento di , gestore di di : «Anche se l'S&P 500 ha toccato 2.000 punti, continuo a essere ottimista in merito alle prospettive della ripresa economica e dei titoli azionari Usa.
Sebbene le opportunità di investimento a sconto siano diminuite in virtù delle ottime performance, le valutazioni restano entro i livelli storici.

Con un P/E attuale di 17x, le valutazioni sono infatti esattamente dove è corretto che siano alla luce del contesto positivo. Inoltre il Roe al 15% conferma che il mercato sta operando in modo efficiente». Sugli stessi toni , asset allocation strategist di : «Le valutazioni sono cresciute e il P/E a 12 mesi dell'S&P500 è ora intorno a 16x. Lontano dall'essere eccessivo, il prezzo di molti titoli riflette una crescita negli utili. Anche se alcuni settori, come le biotecnologie, sono sui massimi storici, i corsi del Nasdaq nel loro complesso sono distanti dai livelli bolla. I recenti massimi dell'S&P sono supportati da un'ampia base di titoli e non solo da pochi settori». Questa la linea di fondo. Qualche sfumatura più cauta arriva da altri money manager: «L'S&P500 sta scambiando a un P/E di 19,86x, un livello superiore a quello medio degli ultimi 10 anni. Il mercato ci sembra ora correttamente valutato».  Un altro portfolio manager sottolinea invece le disparità: «Le valutazioni, rispetto a tre o quattro anni fa, non sono convenienti».

Comunque, mentre alcune parti del mercato sono più care, altre rimangono sottovalutate». client portfolio manager di , punta sui profitti: «L'azionario Usa è considerato costoso, dati i bassi dividend yield, gli alti P/E e i forti margini di profitto. Ciò detto, la crescita degli utili all'8% è ancora sana e sostenibile, data la ripresa economica in corso». I guadagni in crescita, comunque, sembrano una conditio sine qua non per puntare ancora sull'equity made in Usa per il : «Riteniamo che alla luce della moderata inflazione e dei bassi tassi di interesse, senza essere convenienti, le valutazioni non siano troppo care. Le possibilità di un'espansione dei multipli dei P/E è esigua». Infine , manager dell' & , sintetizza: «Credo che l'equilibrio tra rischio e rendimento, da un punto di vista di una active value strategy, possa ancora essere favorevole».

Gli elevati prezzi in termini storici vengono sottolineati: «I corsi sono ancora adeguati, se misurati sulla base degli utili 2014 paragonati al reddito fisso. Se invece vengono misurati con altri parametri, come la media decennale degli utili, o se confrontati con gli ultimi 100 anni di storia dell'azionario Usa, le valutazioni sono molto alte». Lapidario il commento di , capo economista e  chairman del comitato asset allocation e lead manager: «Con un P/E di 18x, le azioni Usa sono in generale costose».

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