mercoledì 10 dicembre 2014

Previsioni sulle azioni Usa e indice S&P 500

azioni wall street S&P500La corporate America continua a macinare utili e, al momento, non si registra un impatto del superdollaro sui conti aziendali. Ma questo effetto potrebbe farsi sentire sui conti già a partire dall'ultima frazione dell'anno. Al 4 novembre il 74% delle società dell'S&P 500 aveva riportato i dati del terzo trimestre: la crescita media dei profitti su base annua è stata del 9,5%, in deciso rialzo rispetto alle ultime stime di ottobre.

Questo potrebbe essere un primo effetto concreto del crollo dei prezzi petroliferi. L'indicatore degli utili è molto importante da monitorare, secondo gli esperti, perché in questa fase di mercato i rialzi borsistici si muovono di pari passo all'aumento dei profitti, un peso più importante rispetto ad altre fasi storiche.

L'indice S&P 500 infatti da inizio anno sale di circa il 10 per cento. «La percentuale di società – spiega Luca Gianelle, client portfolio manager di Russell Investments – che hanno realizzato utili per azione (Eps) sopra le attese è ben al di sopra delle recenti medie storiche, e addirittura, se confermata, rappresenterà il migliore risultato a partire dal secondo trimestre del 2010. Le aziende dei settori della salute, della tecnologia e degli industriali stanno sorprendendo positivamente con tassi superiori all'80%, mentre nel settore dell'energia e delle utilities la percentuale scende attorno al 65%.
È interessante notare che nonostante la forza dimostrata dal dollaro durante l'ultimo trimestre, un numero di società Usa (Coca-Cola, McDonald's, J&J ad esempio) non hanno commentato effetti negativi sui risultati di questo trimestre, quanto piuttosto hanno evidenziato un possibile impatto di riduzione per gli utili futuri nell'ipotesi che la divisa statunitense rimanga sui livelli attuali». Infatti le stime attuali di crescita dei profitti è attesa al 7,8% secondo quanto previsto dagli analisti a inizio novembre, in calo rispetto alle indicazioni di ottobre. E su questa dinamica pesa indubbiamente il fattore dollaro.

Per Corrado Caironi, strategist R&CA ricercaefinanza.it, «l'economia statunitense va bene, i costi dell'energia sono decisamente in calo e questo si ripercuote positivamente sugli utili aziendali. L'impatto del dollaro forte ancora non si è visto per effetto di pagamenti diluiti, mentre il calo del prezzo dell'energia è stato più immediato. L'effetto del dollaro sarà più forte nei prossimi mesi e questo rimane un punto chiave da monitorare. Il 63% delle aziende che realizzano più del 30% del business fuori dai confini Usa ha battuto comunque le stime; le multinazionali continuano infatti a fare utili e si sono mosse fino a oggi coprendo in modo intelligente il rialzo del biglietto verde».
Per quanto riguarda il Vecchio Continente oltre il 50% delle aziende ha battuto le previsioni, ma nel corso dell'esercizio le previsioni erano comunque state riviste al ribasso. A inizio anno infatti la stima di crescita degli utili era superiore alle ultime indicazioni che vedono una crescita nel terzo trimestre di poco superiore al 10% su base annua. Per l'intero 2014 il progresso dei profitti delle società quotate sullo Stoxx 600 dovrebbe attestarsi intorno al 6 per cento, guidati dal settore tecnologico e dei finanziari. «Comunque - conclude Caironi - l'incremento dei profitti è in corso e questo rimane un fattore positivo. L'effetto dell'euro debole ancora non si è visto, ma potrebbe farsi sentire già a partire dall'ultimo trimestre dell'anno».

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